MILANO

M ai fatti due conti sotto rete per prevedere la traiettoria della palla? Mai passato un pomeriggio con gli amici a ricostruire lo schema di gioco di una partita del cuore andata male? Il 4 settembre il Festival dei Saperi prevede due incontri dal tema inedito per un Festival culturale - «Numeri in gioco. Dall'uno all'undici», dedicato al calcio (ore 17, Piazza della Vittoria) in cui Gianni Rivera, Fabio Cudicini, Mariolino Corso dialogano con Gigi Garanzini e «Formule e schemi sotto rete», con cestisti e pallavolisti (ore 21.30, Cortile della Statue, Università degli Studi) ospiti Stefano Pallaroni, Attilio Caja, Marco Calamai, Pierluigi Marzorati e Gianfranco Milano - dedicati proprio a chi voglia capire come applicare la matematica allo sport più amato dagli italiani. Numeri sulle maglie, numeri di posizione, numeri per misurare area e regole di gioco, numeri per calcolare tiri, attacco, difesa: chi gioca e vuole vincere, ma anche chi tifa e vuole poter dire la sua, deve insomma mettere in conto di masticare il linguaggio dei numeri.
«Nella mia carriera di portiere a fare due conti mi ci sono trovato spesso eccome» ci racconta Fabio Cudicini, uno degli ospiti di Pavia, il «Ragno Nero» ex portiere del Milan e padre di Carlo, oggi al Chelsea nel ruolo del padre. «Non va calcolata solo la porta di sette metri e mezzo, ma l'area di rigore di quindici e 50, la traiettoria del piede, l'ampiezza delle uscite. Certo poi c'è chi continua ad affidarsi all'inventiva, ma oggi gli allenatori studiano gli schemi a palla ferma e in movimento sui libri del Centro Tecnico di Coverciano e li provano di continuo, per tutta la settimana. E pensare che ai miei tempi non esistevano nemmeno».
Smitizzare il ruolo dei numeri nel calcio e negli altri sport spetta invece al matematico: «Se facessimo giocare un robot, gli schemi sarebbero infallibili: distanze, velocità della palla, momento in cui giocatore o portiere si devono tuffare si posso calcolare al millimetro» ci spiega Franco Brezzi, docente presso l'Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia e tifoso sfegatato.

«Ma nel gioco tra esseri umani, creatività, esperienza e talento restano fondamentali, mentre lo schema rimane una regia sullo sfondo. Ricordare che la palla non è affatto rotonda, invece, può aiutare: soprattutto nelle traiettorie ad effetto».

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