Quattordicimila posti di lavoro persi in quattro anni nell'artigianato edile nell'area compresa tra Milano, Monza e la Brianza. Quattordicimila artigiani che si sono trovati senza un posto di lavoro, tantissimi, il 30 per cento del totale. Sta tutta in questo numero la denuncia dell'Unione Artigiani della provincia di Milano una della associazioni in prima fila per la promozione della «Giornata della Collera». «Quasi 2.300 imprese, il 28 per cento del totale hanno chiuso i battenti» spiega dal palco di palazzo Mezzanotte Stefano Fugazza, presidente dell'Unione. Questo significa che complessivamente quasi 20 mila famiglie si sono trovate in difficoltà. «Se queste 20mila famiglie fossero tutte insieme, se fosse possibile immaginarle come dipendenti di un'unica grande azienda forse l'effetto della crisi sarebbe più chiaro. È come se improvvisamente chiudessero tutti i punti vendita Carrefour Italia o restassero a casa tutti i dipendenti pubblici della regione Sicilia o chiudesse così di botto tutta la Fininvest. Oppure ancora se da un giorno all'altro si trovassero senza un lavoro il doppio dei dipendenti del Comune di Milano».
«Gli artigiani - spiega Stefanio Fugazza, presidente dell'Unione - spesso hanno meno potere contrattuale e sono stati spremuti fino in fondo dalle banche, non sempre lecitamente, con tassi di interesse chiaramente usurai, mascherati in conti quasi impossibili da decifrare». Fugazza, poi, ha puntato il dito contro «il ritardo nei pagamenti della pubblica amministrazione», che grava sugli artigiani, «ultimo anello della catena». Una crisi della quale non si vede la fine.
Dato che gli artigiani sono spesso subfornitori di imprese più grandi, risentono inevitabilmente prima di altri nella stagnazione del mercato».
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