Una donna cinese incinta è stata massacrata di botte dal marito e ha avuto modo di raccontare quanto accaduto soltanto grazie all'utilizzo di Google Translate che le ha evitato un altro brutto pestaggio.
Si era recata in commissariato intorno alle tre del mattino ma non parlava una parola di italiano e l'ansia di essere raggiunta dal marito non ha aiutato le cose. Il convivente infatti è arrivato poco dopo, e con un italiano perfetto (anche lui era cinese) stava per riportarsi a casa la donna quando questa si è appesa al cancello del commissariato e un poliziotto in una telecamera ha visto la scena. Una volta raggiunta la cinese 26enne ha scritto sul suo smartphone nell'app Google Translate:"Non voglio tornare a casa con quest'uomo".
A quel punto gli agenti si sono insospettiti, hanno iniziato a fare domande e hanno scoperto anche l'identità dell'uomo. Infatti, lo stesso era stato arrestato già nel 2005 per aver ucciso un suo connazionale durante una rissa. Ad inizio 2018 la donna era rimasta incinta e aveva accettato di andare a convivere con l'uomo che, da quel momento in poi, ha iniziato a massacrarla di botte e a trattarla male. Proprio la notte in cui la donna era corsa al commissariato l'uomo l'aveva presa a pugni in faccia e trascinata per la casa con i capelli, inoltre aveva anche tentato di soffocarla e strangolarla.
Durante le indagini la donna è stata ascoltata più volte dagli investigatori, mentre l'uomo è stato rinchiuso a San Vittore. E la cosa più grave è che l'uomo continuava a manipolarla anche da dentro il carcere, infatti attraverso le intercettazioni ambientali alcuni parenti del 35enne hanno raggiunto la 26enne per strada chiedendole di ritirare o ritrattare quanto dichiarato.
Gli stessi parenti hanno anche detto alla donna che, denunciando l'uomo ci sarebbe stato il rischio che il bambino sarebbe stato affidato ai servizi sociali.Il bambino è nato qualche giorno fa e sta bene, si trova in una comunità protetta insieme alla madre mentre il padre è stato giudicato colpevole con rito direttissimo e condannato a 4 anni e mezzo di carcere.
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