Milano ha voglia di cambiare Crolla il Pd, i poli testa a testa

Per due cittadini su tre la città è peggiorata e serve la svolta Parità fra destra e sinistra ma i democratici perdono il 13%

C'è voglia di cambiare. Quasi due milanesi su tre ritengono che il nuovo sindaco «dovrà cambiare sostanzialmente contenuti e modo di governare». È il dato più impressionate della rilevazione condotta da «Ipsos» per il Corriere della Sera e pubblicata ieri sul quotidiano. Un numero, il 62%, che corrisponde perfettamente a un altro dato: la fetta dei milanesi che considera peggiorata (54%) o comunque negativa (8%) la qualità della vita in città. Il sondaggio, commentatissimo ieri, consegna la fotografia di una città che ha voglia di una svolta, anche se comunque dà un giudizio prevalentemente positivo sull'operato dell'amministrazione uscente.

E come si traduce in politica questo umore inedito? I risultati più politici, quelli riferiti alle intenzioni elettorali, disegnano uno scenario di grande equilibrio fra i due schieramenti, che si trovano praticamente appaiati. Nella domanda secca sulla propensione al voto di sindaco dei diversi schieramenti, l'uomo del centrodestra (senza nome) è al 27% stacca di due punti quello del centrosinistra (25%) e di 16 il candidato dei 5 Stelle, fermo all'11%. Prima evidenza numerico-politica che salta agli occhi: anche a Milano l'elettorato grillino in teoria c'è (anche se è al 23% e quindi sta sotto le medie nazionali) ma se viene sondata concretamente l'intenzione di votare davvero un sindaco a 5 Stelle, il dato si dimezza o più. La partita insomma, è fra poli storici e lo confermano i dati dei voti «di lista»: sommando i risultati dei singoli partiti (Pd, Sel, ma anche Prc e «altri» da un lato e Forza Italia, Lega, Fdi e «altri» da un lato) emerge un equilibrio quasi perfetto: 32,6 contro 32,2. Possibile ballottaggio «classico» dunque. Fuori dai poli anche Area popolare con il 2,9%, anche se a Milano Ncd e Udc si sentono parte del centrodestra.

Leggendo dentro i dati, si scopre per prima cosa il crollo dei democratici, che in un anno e mezzo sono passati dal 40,8% delle Europee a un possibile 27,6%. Dall'altra parte si assiste a un derby interno fra Forza Italia e Lega: gli azzurri sono ancora il primo partito del centrodestra al 14,1 mentre un Carroccio considerato in grande ascesa è al 13,4%. Discreto il risultato di Italia Unica (6,4), il Movimento di Corrado Passera, ex manager ed ex ministro già in campo con la sua candidatura.

E qui si apre il capitolo nomi: popolarità, gradimento, scontri diretti. Il sondaggio del Corriere colloca in testa alla classifica di gradimento il commissario Expo Giuseppe Sala che continua a non sciogliere la riserva ma ha il marchio del candidato renziano: 14% , in piena Expo-mania.

Ad appena due punti Paolo Del Debbio, a quattro Maurizio Lupi, poi Passera, Stefano Boeri (5%), Pierfrancesco Majorino (4%) e gli altri. Deluso Lele Fiano, deputato Pd già sceso in campo e fermo al 2%. In un ipotetico scontro con Lupi, un 5 Stelle, Passera e Di Pietro, Sala vincerebbe col 33% contro - rispettivamente - il 28, 23, il 12 e 4%.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica