Milano maglia nera: la prova che Ambrosoli è stato blindato dal Pd

Milano maglia nera: la prova che Ambrosoli è stato blindato dal Pd

E se in Lombardia avessero votato quattrocentomila persone come alle primarie nazionali del Pd, come sarebbe finita? É la domanda che ieri ha guidato un'analisi del voto eseguita dal sito di informazione «On the nord, Cronache dal Nord Italia». Rilanciata su Facebook (non a caso) dall'ex candidato Andrea Di Stefano che ha perso la sfida alle primarie del centrosinistra per la Lombardia contro Umberto Ambrosoli - l'avvocato ha vinto con il 58% - ma è arrivato al 23,25 per cento dei consensi, davanti anche ad Alessandra Kustermann (19,11%). Le considerazioni partono dall'affluenza, rispetto al secondo turno per la scelta tra Pierluigi Bersani o Matteo Renzi premier due settimane prima quando votarono 398mila lombardi, per il governatore Pd sono andati ai seggi solo in 150mila, il 37,8 per cento. Un calo disomogeneo, a Mantova ha votato il 24% a Milano e provincia invece è tornato il 46,5% e in città si sale al 53,5 per cento. Le provincie con un'affluenza sotto il 30% sono Mantova, Brescia, Sondrio e Bergamo.
E pare che affluenza e consensi per Ambrosoli siano inversamente proporzionali: in provincia di Mantova dove si è votato in assoluto di meno ha il risultato migliore, 77%. In provincia di Milano ha la performance peggiore (52,2 per cento), ancora meno se il focus è solo sul capoluogo (50,9%). Ambrosoli registra gli esiti peggiori, fa notare l'analisi sul voto, dove (stando alle elezioni 2010) la Lega ottiene i risultati migliori, le zone pedemontane e alpine come Sondrio, Varese, Como, Lecco e Bergamo. L'avvocato «conquista» la pianura (Lodi, Pavia, Mantova, Cremona). Ma i numeri porterebbero a dire che «la sfida contro il leghista Roberto Maroni sarà difficile».
Perchè Andrea Di Stefano rimbalza al popolo di Facebook questa analisi del voto, definendola «interessante»? Perchè l'esame prosegue con un'altra mappa. Che descrive invece come nel caso del candidato della sinistra radicale il rapporto affluenza-consenso è direttamente correlato. Ha registrato i risultati peggiori a Brescia e Mantova dove il ritorno al voto ha fatto più flop, i migliori a Lecco, Monza, Milano, Como.


Dunque, «cosa sarebbe successo con quattrocentomila elettori alle urne» invece che appena un terzo? Troppo tardi per cercare la risposta. Chissà che invece Ambrosoli non ne tragga profitto per salire in montagna dove i lumbard sono più radicati.

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