Qualcuno, specie tra i lettori più maturi, ricorderà la «belva di via San Gregorio» (copyright Dino Buzzati): era l'inverno del '46 e Milano scopriva, dalle cronache di nera, fin dove poteva arrivare l'orrore. Rina Fort uccide Franca Pappalardo e i suoi tre figli per gelosia: il marito della vittima era l'amante dell'assassina e presunta saponificatrice dei corpi dei piccoli. Impossibile poi dimenticare il 27 luglio di ventidue anni fa: alle 23.14 un'autobomba dilania cinque persone e distrugge parte del Pac. È la strage di via Palestro. La mappa geografica del noir milanese è in continuo aggiornamento: per una via Ortica bazzicata dalla mala-meneghina c'è una via Carcano balzata alla cronaca per l'aggressione con l'acido a opera dei «fidanzati diabolici». Per una via San Gregorio, il cui orrore resiste a distanza di tempo, ci sono fatti quali l'uxoricidio di una donna di 76 anni per mano del marito che abbiamo presto dimenticato. Eppure è successo due anni fa, in piazza Selinunte. Storie come quella di Salvatore Corigliano, 27 anni, ucciso il 4 gennaio del '99 nella sua edicola con due proiettili calibro 38. Omicidio ancora senza un movente. Il fotografo Fabio Tasca ha ricostruito con la dovizia tipica degli investigatori una geografia della Milano nera lunga sei secoli nel volume «Life Milano. 600 anni di cronaca nera milanese» (Artphilein Editions): un reportage di 55 immagini notturne scattate in città tra il 2000 e il 2013 recandosi «sul luogo del delitto». La macchina fotografica immortala a distanza di pochi giorni o di lunghi secoli vie, piazze, cortili interni segnati da misfatti, crimini, omicidi: Tasca ed Elide Brunati presentano il progetto domani sera alla Gam, nell'ambito del ciclo di incontri collaterali alla mostra «Don't shoot the painter». Guidato dai lanci di agenzia per la cronaca recente, Tasca fotografa i luoghi dove sono avvenuti alcuni dei delitti più eclatanti e spesso dimenticati di Milano, come l'atto terroristico di piazzale Perrucchetti, dove il 12 ottobre del 2009 «Mohamed Game, libico di Bengasi, in Italia dal 2003 e in regola con il permesso di soggiorno, fa esplodere davanti alla Caserma Santa Barbara un ordigno da lui fabbricato di quasi 5 chili. Tasca immortala il covo di via Bergognone dove nel 2007 vengono arrestata 40 persone legate alla ‘ndrangheta. Ma la geografia noir di Milano si ricostruisce anche sfogliano i testi antichi, e allora Tasca si trasforma in ghostbuster, che caccia e fotografa i fantasmi di un tempo, nei luoghi dell'orrore.
Va a piazza della Vetra, dove il 12 novembre del 1641, Anna Maria Pamolea e Margarita Martignona sono arse sul rogo come streghe oppure indugia su corso di Porta Romana, al civico 3, perché negli anni '30 del Seicento i milanesi erano convinti che Palazzo Acerbi fosse infestato dal diavolo. Ne esce un racconto per immagini nel tempo e nei luoghi della Milano nera o forse, ancor di più, nell'anima nera degli uomini che vi hanno vissuto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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