«Milano prenda per mano il Paese e lo porti nel futuro»

Renzi la contrappone a Roma: «Qui non si dice mai di no» Il sindaco: «Lasciamo stare la Raggi, tempi serrati sul Patto»

Sabrina Cottone

Scegliere la Triennale di Milano per rilanciare il Ponte sullo Stretto può sembrare singolare. Ma Matteo Renzi sa che fa effetto su imprenditori e banchieri riuniti alla mostra «Beyond», per i 110 anni di Salini- Impregilo, e soprattutto su Pietro Salini, praticamente invitato a riprendere l'opera da dove si era interrotta dieci anni fa. Ormai il presidente del consiglio, in balìa delle difficoltà del referendum, ha eletto Milano come rifugio e luogo simbolo dell'Italia che innova e fa tirare l'economia. E Human Technopole, il progetto che superando ostacoli e polemiche sta nascendo sull'area dell'Expo, è il «simbolo della caparbietà di Milano», dice al Piccolo Teatro di via Rovello.

«Siamo oltre lo stalking - scherza con il sindaco, Beppe Sala, parlando delle sue tante visite in città -. Ho preso l'impegno solenne di non venire la settimana prossima a Milano. Ma ci torno la settimana dopo». Spiega perché tutti questi viaggi: «Ho grande attenzione alla città perché oggettivamente ha la possibilità di prendere per mano il Paese e portarlo nel futuro». Fino al paragone neanche troppo implicito con Roma, in cui la capitale esce con le ossa rotte: «Abbiamo la fortuna anche di avere qualche città che, anziché rifiutare la sfida, anziché dire no, prende per mano il Paese». Nuova polemica con il sindaco, Virginia Raggi, che ha confermato il no alle Olimpiadi.

Nonostante il confronto tra Roma e Milano faccia uscire la sua città vincitrice, Giuseppe Sala sceglie il fair play e a sorpresa difende il primo cittadino di Roma. «Capisco che Milano possa essere un esempio per tante altre città ma rifiuto l'idea di fare paragoni con Roma. Lasciamo lavorare la Raggi» dice anche a lui a margine della mostra Salini- Impregilo, che ha visitato in separata sede, di sera, mentre Renzi era andato al mattino.

In più, Sala ha lanciato un altro invito sulla necessità di concretizzare gli accordi firmati nelle scorse settimane: «Mi aspetto che quando verrà Renzi fra 15 giorni a Milano troveremo anche un po' di spazio per fare il punto, perché bisogna tenere i tempi serrati». E ancora: «Vorrei arrivare a Natale e avere completato la fase di pianificazione per lasciare il tempo per fare le cose». Un invito a far presto che non è il primo e non sarà l'ultimo.

Renzi in mattinata ha dovuto affrontare anche le garbate critiche in arrivo all'ospedale San Raffaele, dove è andato in visita tra pazienti e manager. L'amministratore delegato del gruppo San Donato, Nicola Bedin, ha chiesto maggiore «attenzione» per le esigenze della sanità. «Dal 2011 con la politica dei tagli lineari il San Raffaele ha avuto riduzioni di finanziamenti pesanti. Ci appelliamo a lei: se tagli ci devono essere che siano selettivi e non colpiscano istituzioni come il San Raffaele. Istituzioni come questa vanno supportate e non penalizzare». L'elenco delle cose da migliorare non finisce qui: «I finanziamenti alla ricerca sono calati nonostante la produttività scientifica del nostro istituto sia aumentata a livelli record.

Non siamo qui per lamentarci, ma sento il dovere di sollecitare un'attenzione maggiore». E qui Renzi ha promesso che «non ci saranno tagli lineari sulla sanità, che è già stata penalizzata, ma che dobbiamo gestire in modo diverso il tema dei costi standard». Adesso la prova del futuro.

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