Rispuntano le baby gang, così i ragazzini terrorizzano Milano

Rispuntano orde di nordafricani e italiani che terrorizzano i ragazzini minacciandoli e facendosi consegnare soldi e abiti di marca; una decina di casi segnalati in zona "Tre Torri"

Rispuntano le baby gang, così i ragazzini terrorizzano Milano

Decine di rapine che negli ultimi mesi hanno preso di mira ragazzini che vivono o frequentano la zona delle Tre Torri. Alcuni episodi erano già avvenuti prima del lock-down, mentre altri sono recentissimi. Baby-gang formate da una ventina di ragazzi nordafricani ed anche alcuni italiani, a caccia di telefonini di ultima generazione e oggetti di marca come ad esempio scarpe griffate e cintura di Gucci, rubate a un ragazzino, assieme a zaino e portafoglio vicino City Life, come illustrato dal quotidiano La Repubblica. Non è tutto, perchè nella zona sono anche stati segnalati furti all'interno di negozi ed auto in sosta date alle fiamme. In un caso di rapina sarebbe anche spuntata una pistola, ancora da chiarire se vera, giocattolo o scacciacani. Il pezzo di La Repubblica cita come luoghi di provenienza le zona di San Siro e piazza Selinunte, aree non lontane dall'area "Tre Torri" e dove era già stata segnalata la presenza di baby gang attive, indicando anche una possibile motivazione legata a ritorsioni sociali per la diversa estrazione.

L'ipotesi è plausibile, considerato che la distanza tra le zone di San Siro/Selinunte e Fiera/Tre Torri è inferiore ad un chilometro. Non si può dunque escludere che baby gang delle zone disagiate vedano la benestante zona delle Tre Torri e il nuovo centro commerciale come area da razziare e danneggiare. Una specie di "logica del predone" che punta ad assaltare luoghi dove vi c'è "bottino" disponibile; se non è neanche troppo lontano, meglio ancora.

Del resto la stessa zona di possibile provenienza, San Siro, è stata più volte teatro di furti e rapine, basta pensare al caso dei due studenti di 16 e 18 anni aggrediti e rapinati in piazza Selinunte a fine luglio 2019 da tre nordafricani che si erano fatti consegnare portafoglio e macchina fotografica Canon. Un altro ragazzo era invece stato aggredito con un coccio di bottiglia, in un altro episodio sempre nella zona.

Nel marzo del 2019 un'altra baby gang composta da minori italiani, alcuni dei quali di origine nordafricana, si era invece scatenata nella zona di Corso XXII Marzo (via Cena, largo Marinai D'Italia, piazza Cinque Giornate, Largo Marinai d’Italia, piazza Grandi, via Mondolfo e via Cervignano). Le vittime prescelte erano anche in quel caso ragazzini tra i 13 e i 16 anni, vestiti con abiti di marca e colti possibilmente da soli. I piccoli delinquenti si facevano avanti armati di lame, cacciaviti e tirapugni (col quale avevano anche fatto saltare un dente a una delle vittime) e si appropriavano di tutto quello che ritenevano di valore: cellulari, soldi, abiti di marca. Alcuni degli arrestati vivevano, assieme alle famiglie, nei palazzi occupati di viale Molise e Calvairate.

Nel febbraio del 2020 veniva invece sgominata una gang che tra febbraio e luglio 2019 aveva messo a segno ben nove rapine nella zona tra Porta Genova e i Navigli; in un caso si era anche sfiorata la tragedia quando una delle vittime era stata spinta sui binari del treno. La gang era formata da egiziani (tutti minorenni a parte un diciottenne), irregolari in territorio italiano e giunti in Italia come "minori non accompagnati". Spacciatori e rapinatori seriali che vivevano in auto e capannoni abbandonati.

Il modus operandi

Nella maggior parte dei casi è evidente come i responsabili delle rapine siano soggetti spesso (ma non sempre) minori o da poco maggiorenni che provengono dagli agglomerati di case popolari presenti in zone problematiche come appunto San Siro, Selinunte, ma anche la zona di piazzale Cuoco, via Salomone, Baggio, giusto per citarne alcune. Soggetti che condividono la vita nel "Bronx", come spesso amano scarabocchiare sui muri dei palazzoni dove vivono e che amano scimmiottare modi di fare e linguaggio dei ghetti d'Oltre-Oceano.

Gruppetti di baby-delinquenti che si recano in "trasferta" verso zone benestanti (come nel caso dell'area "Tre Torri/City Life), ma anche in zone della movida come la Darsena, i Navigli o corso Como, ma non disprezzando neanche le zone di transito come stazioni e fermate dei mezzi pubblici, dove c'è sempre qualcuno da "puntare". Tutte zone da razziare per poi far ritorno nel proprio "ghetto", un luogo che se da una parte si detesta, dall'altra se ne ostenta fiera appartenenza. Luoghi dove ci si sente inopportunamente protetti, visto che le mani dello Stato arrivano poi anche lì.

Generalmente questi gruppetti non individuano a caso i propri "target", ma cercano soggetti ritenuti facili da prevaricare, orientandosi prevalentemente su ragazzini (soli o in compagnia di qualche amico) e facendo leva sul numero e su eventuali oggetti contundenti e armi da taglio che non esitano ad utilizzare, come già visto nella zona di corso XXII Marzo.

L'età e la vulnerabilità non sono però una prerogativa generale di selezione, perchè se il bottino vale il rischio, questi gruppetti sono pronti a spingersi oltre, sentendosi sicuri dal numero e dagli oggetti volti a

minacciare ed offendere ed è proprio in questi casi che si rischia la tragedia, quando non si sa come la faccenda può andare a finire. La crisi causata dal lock-down potrebbe tra l'altro portare a un incremento di tali episodi.

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