A «MilanoUnica» espositori in calo Accuse ai politici per il disinteresse

A «MilanoUnica» espositori in calo Accuse ai politici per il disinteresse

La crisi non risparmia il settore del tessuti. Lo hanno detto chiaro e tondo ieri durante la cerimonia di apertura di MilanoUnica, la tradizionale fiera del settore che quest'anno si è presentata con un calo di stand, anche se la superficie occupata è rimasta la stessa. Regge sempre bene il mercato del lusso ma tutto il ressa fa i conti con un fatturato in calo del 5 per cento. Giunta alla sua XVI edizione MilanoUnica, il Salone italiano del tessile va in scena fino a venerdì 8 febbraio a Fieramilanocity, presentando le collezioni di tessuti nostrani ed europei per la stagione primavera/estate 2014.
Gli stand quest'anno sono meno dell'anno scorso, 417 contro 440, «anche perché alcune piccole realtà sono state costrette dalla crisi a chiudere - ha spiegato proprio durante la cerimonia di apertura il presidente della fiera, Silvio Albini- ma la superficie espositiva si riconferma comunque di 62.200 metri quadrati».
Va in controtendenza invece Ideabiella, l'appuntamento dedicato ai tessuti classici/evergreen di fascia alta, che quest'anno presenta il 10 in più in più di linee rispetto al 2012. Di fronte alla stampa e agli attori della filiera il presidente di Sistema Moda Italia Michele Tronconi ha lanciato insieme ad Albini un appello all'unione delle forze, anche per fare fronte al «silenzio assordante della politica durante gli anni di crisi». Dallo stesso palco ha parlato di ispirazione lo stilista britannico Paul Smith, affezionato visitatore della fiera.
«Gli stilisti che rimangono nelle loro torri d'avorio sbagliano - ha detto il designer - dovrebbero fare come me e venire a farsi venire belle idee alle esposizioni come questa».
Consigli preziosi quelli di Sir Smith, in un momento di grande difficoltà per tutto il settore, come mostrano i dati presentati a Fieramilanocity. Secondo le elaborazioni del centro studi di Si stema moda Italia nel 2012 il fatturato complessivo del comparto della tessitura italiana è calato del 5,1 per cento rispetto al 2011. La causa va ricercata nel calo del mercato domestico ma anche di quello europeo.

Ad alleviare la situazione sono stati i risultati nei paesi più lontani, oltre i confini dell'Europa, con la Cina in testa. Non solo. ha contribuito anche il calo delle importazioni che si è assestato su un meno 12,3 per cento rispetto al 2011. Due fattore che hanno fatto segnare alla bilancia commerciale un saldo di 2,5 miliardi di euro.

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