Già è difficile, coi tempi che corrono, fare impresa. Figuriamoci poi quando l'impresa è culturale, e a gestirla sono dei giovani. In un Paese sempre più gerontocratico, in cui il peso fiscale sugli imprenditori è tra i più alti d'Europa e l'investimento in cultura tra i più bassi, parlare di imprese culturali giovanili sembra una provocazione. O un'utopia. Fortuna che c'è chi non la pensa così: come Fondazione Cariplo, capofila del progetto «fUNDER35» che coinvolge altri nove enti (Fondazioni Banco di Sardegna, Cariparma, Cassa di Risparmio della Spezia, Cassa di Risparmio di Lucca, Cassa di Risparmio di Modena, Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Cassa di Risparmio di Torino, Livorno, Monte di Bologna e Ravenna) su iniziativa di Acri - associazione delle Fondazioni di origine bancaria. Se ne parla oggi (ore 12) alla Fondazione Cariplo, con il presidente Acri Giuseppe Guzzetti e Marco Cammelli, che presiede la Commissione per le Attività e i Beni Culturali di Acri. Il bando, al suo secondo anno, stanzia per il 2013 un milione di euro per le imprese non profit attive da almeno due anni nella produzione artistica e nei servizi di supporto alla valorizzazione dei beni culturali. A condizione che siano amministrate, in prevalenza, da membri con meno di 35 anni (il bando scade il 15 luglio, info su fondazionecariplo.it).
Oltre a ricevere un finanziamento le imprese selezionate vengono affiancate e supportate, con grande attenzione alla diversificazione dell'attività.
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