Ultim'ora
Autonomia, ok dalla Cassazione al referendum per abrogazione
Ultim'ora
Autonomia, ok dalla Cassazione al referendum per abrogazione

Il mistero di Erika: scomparsa nel nulla in 9 anni di silenzi

Elisa, che ora ha 39 anni e ha vissuto un'esistenza complicata anche da un divorzio, vive e lavora a Praga, ma ha un numero che nell'elenco abbonati risulta privato. «Non vuole più parlare della sorella Erika: lei e la madre, Carla Lazanio Ansermin, che abita ancora ad Aosta, non sperano più di ritrovarla» spiega comprensivo il loro avvocato di Torino, Federico Morbidelli. Consulente commerciale a Milano in una società di moda di una strada che conta, la centralissima via Borgogna, Erika Ansermin, 27enne di origine coreana adottata insieme con Elisa quando era ancora una bambina da una benestante famiglia valdostana, scompare il 20 aprile del 2003, la domenica di Pasqua. Quel giorno, a bordo della sua Panda verde, Erika da Aosta - dove abitavano i genitori - doveva raggiungere Courmayeur. Lì il fidanzato Christian Valentini (un milanese con cui Erika conviveva nella periferia meneghina da 2 anni) e la futura suocera, l'attendevano per andare al ristorante. Era un momento importante per la coppia di giovani: proprio pochi giorni dopo, il 25 aprile, infatti, Erika e Christian dovevano inaugurare il loro nuovo appartamento, stavolta nel centro di Milano.
La loro storia, però, non era destinata a un lieto fine. L'ultima persona che vide la ragazza quella mattina fu il proprietario di un videonoleggio di St-Christophe, alle porte di Aosta, dove alle 12.20 Erika riconsegnò un film. Poi il vuoto totale. Christian sentì telefonicamente Erika alle 12.30, quando lei gli confermò l'appuntamento al ristorante. Non vedendola arrivare, però, Valentini e la madre iniziarono ugualmente a pranzare. Il ragazzo, infatti, cominciò a cercare Erika solo dopo le 13.30: dirà poi di aver pensato solo allora che il ritardo della fidanzata potesse essere la conseguenza di un incidente stradale. Invece l'utilitaria di Erika venne ritrovata, regolarmente parcheggiata, accanto a un ponte sulla Dora Baltea, ad Avise, una piccola località ai piedi del Monte Bianco, all'inizio della Valdigne, proprio lungo la strada che Erika avrebbe dovuto percorrere per arrivare a Courmayeur. Sopra c'erano la borsa, la giacca, la carta di credito e il cellulare. Spento. Ma della giovane nessuna traccia. E nessuna impronta (se non le sue). Per ritrovarla i carabinieri - che tennero aperte inizialmente tutte le piste: il suicidio, la fuga, il delitto e il sequestro - misero in campo in Val d'Aosta un vero e proprio contingente. E anche a Milano la squadra mobile si diede parecchio da fare. Ma non si arrivò mai a nulla. Nemmeno dopo il sequestro della misteriosa cartella clinica di Christian Valentini, il fidanzato di Erika, morto nella clinica milanese Humanitas circa 4 anni più tardi, nel febbraio 2007. Qualche giorno prima di scomparire, infatti, Erika si era sottoposta a un test temendo un eventuale contagio da Hiv, il virus dell'Aids. La ragazza, dopo alcune scoperte fatte sul conto del fidanzato, temeva infatti che lui l'avesse contagiata. Erika scomparve senza mai poter vedere i risultati negativi del test. E gli inquirenti giurano che non emerge nessuna correlazione con un possibile contagio da Hiv.
«L'ipotesi legata al fidanzato era molto suggestiva ma niente di più - spiega l'avvocato Morbidelli che, insieme al collega Stefano Castrale, assiste gli Ansermin -. Si diceva addirittura che il ragazzo avesse lasciato una lettera, da aprirsi solo al momento della sua morte, nella quale si sarebbe trovata una spiegazione sulla scomparsa di Erika». Ma i colpi di scena in questa vicenda non si esaurirono. Foto di Erika e un articolo che parlava di quel che le era accaduto erano stati trovati, infatti, già nel 2004 - cioè appena un anno dopo la sua scomparsa - dalla polizia inglese sul computer di un italiano residente a Bournemouth, nella regione inglese del Dorset, che nel 2011 è stato condannato in Italia a 30 anni per l'assassino di una amica, Elisa Claps, la 16enne sparita da Potenza il 12 settembre '93 e il cui cadavere venne ritrovato solo nel marzo 2010 nascosto in una chiesa della città lucana: Danilo Restivo.
Nel 2004 Restivo, ora 43enne, era già indagato dalle autorità britanniche (e in seguito venne anche condannato all'ergastolo) per l'omicidio della sua vicina di casa, Heather Barnett, una sarta di 48 anni uccisa nel novembre 2002. Così, quando il cadavere della Claps, dopo 17 anni, finalmente saltò fuori e Restivo tornò di prepotenza anche nel mirino degli investigatori italiani, si pensò a lui come a una sorta di serial killer. Restivo - che dopo la scomparsa della Claps, lasciò Potenza e abitò anche a Milano dove, ogni tanto, tornava - poteva aver avuto a che fare con Erika. Così, la Procura di Aosta nel 2010, dopo la scoperta del cadavere a Potenza, riaprì l'inchiesta sulla Ansermin. Nessuno poteva provare infatti che i due non si fossero incontrati, che in qualche modo non si potessero conoscere e frequentare, soprattutto se si considera la particolare riservatezza di Erika. Ma anche quella pista si rivelò senza sbocchi.
«Nell'aprile 2011 abbiamo avanzato una richiesta di rogatoria internazionale alla procura di Aosta per sentire due turchi, un ragazzo e una ragazza, poco più che trentenni, come persone informate sui fatti.

Avevano conosciuto Erika durante un master in Inghilterra, tra il 2001 e il 2002, e sono tra le ultime persone contattate dalla ragazza proprio la sera prima della scomparsa. Se le autorità turche collaboreranno potremo acquisire nuove testimonianze» conclude Morbidelli. Ma intanto la scomparsa di Erika sembra destinata a restare quel che è sempre stata: un mistero.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica