Mitragliatori, spari e rapine. Non è il Far West ma quasi

Tre assalti in poche ore e 11 arresti. La polizia fa fuoco in aria per bloccare 5 italiani con una mitraglietta

Mitragliatori, spari e rapine. Non è il Far West ma quasi

Tre rapine in poche ore in zone centrali, 11 arresti, spari da Far West. L'età degli autori dei colpi in media è sempre bassa, tra i 17 e i 20 anni. «Ragazzi», dirà qualcuno. Ma che assaltano e rapinano con la forza e la rabbia che molti adulti non si sono neanche mai sognati di esternare. Un clima di tensione e insicurezza quello che aleggia sotto la Madonnina e che da Capodanno e dai fatti di piazza Duomo - con almeno 11 ragazze rimaste vittime di violenza sessuale di gruppo - a Milano non accenna a dipanarsi. E a cui si aggiungono ogni giorno altre vicende, non meno inquietanti. Come quella che lunedì sera tra Bonola e San Siro ha portato all'arresto di cinque uomini italiani che, in macchina e armati fino ai denti, hanno speronato la polizia costringendo un agente a sparare quattro colpi per riuscire a bloccarli, senza però dissuaderli dall'intraprendere prima una fuga con relativo inseguimento da film per le strade a ovest della città. Non può non impressionare il filmato diffuso ieri da Milano Today con i cinque soggetti che, come ordinato dalla polizia che grida «a terra!», vengono bloccati a pancia a terra e gambe larghe sull'asfalto.

Ma andiamo con ordine e partiamo dalla quotidianità. La polizia mercoledì sera poco dopo le 21 ha arrestato un ragazzo marocchino di 17 anni che, insieme a un complice, in via Nava (zona piazzale Lagosta, viale Zara) aveva appena rapinato il giubbotto e il cellulare a un coetaneo italiano. La vittima e il padre hanno rincorso i due giovani (uno è riuscito a fuggire), quindi sul posto sono intervenuti gli equipaggi della questura.

I carabinieri della compagnia «Duomo», dopo una chiamata al 112, si sono messi alle costole di tre ragazzi senza fissa dimora, un italiano di origine egiziana e due egiziani, rispettivamente di 17, 18 e 19 anni (quest'ultimo era il solo con precedenti a proprio carico, per ricettazione). Intorno alle 23, infatti, i militari dell'Arma erano venuti a conoscenza di una rapina appena capitata in via Farini. Vittima uno studente italiano 19enne sorpreso dai tre ragazzi di origine nordafricana per strada mentre guardava il cellulare, che gli è stato rapinato insieme alla carta di credito dopo che i suoi aggressori gli avevano sferrato dei pugni al volto. Grazie al sistema di localizzazione del telefono i militari sono riusciti a raggiungere i giovani rapinatori in fuga salendo su un tram della linea 14 in pieno centro, in via Cesare Correnti. A bordo c'erano i tre ragazzi con il telefonino in mano. Addosso avevano anche un altro cellulare, che avevano scippato in Darsena il 12 gennaio, utilizzando la stessa tecnica.

Alle 4, in viale Stelvio, due marocchini di 21 anni insieme a un terzo complice, che però è riuscito a scappare, sono stati arrestati dalla polizia per aver rapinato nel giro di pochi minuti un algerino di 20 anni del monopattino elettrico e un 19enne italiano dello zaino.

Sono tutti italiani e nati tra Milano e l'hinterland i tre pregiudicati (di 22, 30 e 40 anni) e i due incensurati, (un 26enne e un 27enne) arrestati in zona Bonola sempre lunedì, ma intorno alle 19, dai poliziotti delle «Volanti» dell'Ufficio prevenzione generale e pubblico soccorso (Upgs). Se stavano programmando un colpo in grande stile o progettassero altro per il momento resta un mistero. Sono stati fermati durante un normale controllo del territorio dalla polizia in piazzale Segesta, a San Siro e, all'improvviso, quello che era alla guida dell'auto, un mini Suv Bmw X1, ha premuto il piede sull'acceleratore ed è ripartito, non dopo aver tentato di speronare una «Volante». I 4 colpi sparati per aria da un poliziotto in funzione intimidatoria non hanno avuto effetto sui cinque. Che hanno ingaggiato con la polizia un inseguimento a sirene spiegate snodatosi per via Paravia, via Zamagna, piazzale Esquilino, via Monreale e conclusosi in piazzale Zavattari. Nel frattempo i fuggitivi si sono disfatti di una mitraglietta Uzi, lanciata fuori dal finestrino in via Paravia e di 50 cartucce e un silenziatore abbandonati in piazzale Esquilino. Ora i cinque si trovano a San Vittore in attesa della convalida dell'arresto, accusati di porto d'armi da guerra e resistenza a pubblico ufficiale. Di loro si sa che non sembrano imparentati con importanti famiglie malavitose.

La squadra mobile sta cercando di capire a chi sia intestato il Suv, mentre la Scientifica sta analizzando la mitraglietta. Da dove viene e a chi era destinata, a cosa servizze sono domande che per il momento sembrano non trovare risposta. Almeno una ufficiale.

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