Mobili distrutti e water divelti: caos al Beccaria

Due detenuti creano disordini e aggrediscono un agente. Il Sappe: «Situazione allarmante»

Mobili distrutti e water divelti: caos al Beccaria

Resta alta tensione nel carcere minorile Beccaria, dove negli ultimi giorni si sono verificati alcuni gravi episodi. Spiega Alfonso Greco, segretario regionale del Sappe: «La situazione al Beccaria resta allarmante. Cosa è cambiato al Beccaria con il passaggio al nuovo padiglione? Ben poco. Il Sappe deve infatti denunciare l'ennesimo evento di disordine all'interno dell'istituto».

Nella mattinata di sabato la polizia penitenziaria aveva trovato alcune dosi di droga al campo. Nel pomeriggio due detenuti hanno chiesto di partecipare all'attività di rugby, ma non erano nell'elenco e non sono potuti scendere: volevano recuperare la sostanza illecita. Dopo il rifiuto hanno cominciato a creare disordine e hanno trovato l'appoggio di altri detenuti. Una volta isolati, i due hanno continuato a minacciare gli agenti. Hanno distrutto alcuni mobili e staccato da terra un water. Per recuperare la situazione, sono intervenuti alcuni poliziotti fuori servizio. Uno di loro è rimasto ferito e ha sette giorni di prognosi. Uno dei due detenuti aveva aggredito un altro agente solo cinque giorni fa. «Erano giorni - continua il sindacato - che la polizia penitenziaria dichiarava a direzione e comandante che si stava perdendo il controllo». Il Sappe «chiede provvedimenti urgenti per questi due ristretti e per quelli che li hanno appoggiati nel creare disordini». Il segretario generale del sindacato, Donato Capece, denuncia: «La situazione, al Beccaria e nelle carceri della Lombardia, è sempre più tesa ed allarmante, nella indifferenza generale». Questi nel 2017 gli «eventi critici» nelle carceri della regione: 1.523 atti di autolesionismo, 137 tentati suicidi, 1.014 colluttazioni e 148 ferimenti. I suicidi sono stati 9 mentre i detenuti deceduti per cause naturali sono stati 7. Sono state infine 14 le evasioni da penitenziari lombardi da permesso premio e lavoro all'esterno. Per il primo sindacato della polizia penitenziaria, «lasciare le celle aperte più di 8 ore al giorno senza far fare nulla ai detenuti lavorare, studiare, essere impegnati in una qualsiasi attività è controproducente perché li lascia nell'apatia. Non riconoscerlo vuol dire essere demagoghi e ipocriti».

La proposta: «Sospendere la vigilanza dinamica.

Sono infatti state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali. E con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili».

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