«Siamo riusciti a contenere il danno nei musei comunali perché abbiamo distribuito tutto il personale a disposizione» afferma l'assessore comunale alla Cultura, Filippo Del Corno, soddisfatto del risultato di ieri nei poli museali comunali. La capacità di reagire, classica di una città come Milano, c'è stata ed è stata attuata con celerità e competenza, secondo Del Corno. «Lo sciopero non ci è piombato addosso d'improvviso. Il comando custodi è riuscito a programmarsi, soprattutto nei luoghi più visitati dalle scolaresche, che venendo nella maggior parte da fuori città ed essendo programmate a lungo termine hanno il diritto di trovare il bene artistico aperto». L'assessore è molto dispiaciuto per quello che è accaduto al Refettorio vinciano, anche se non tragicizza. «Diciamo sempre d'essere noi italiani gli incapaci, ma posso confessare che più di una volta mi è successo di restare fuori da una mostra in Francia a causa di uno sciopero. La Francia però non si autocolpevolizza come facciamo noi».
Fuori dai musei comunali stamattina c'erano cartelli con l'indicazione di fasce orarie a rischio di visita e di stanze che non erano aperte all'interno delle strutture artistiche. «Non abbiamo ricevuta alcuna lamentela da parte dei visitatori - specifica ancora Del Corno -. Non abbiamo avuto segnali di disagio, segno che le visite sono andate comunque a buon fine. Io stesso sono andato a visitare la mostra sul Simbolismo e non ho notato disguidi». I biglietti dei visitatori del Cenacolo saranno risarciti, per quanto riguarda invece i beni comunali questa necessità non c'è. Ma lei cosa pensa dello sciopero come arma di protesta, non le pare una pratica vetusta e francamente poco dignitosa? «Lo sciopero non è un'arma, ma un diritto garantito dal perimetro giuridico e normativo. Ci si lamenta per i disagi che arreca? Se non arrecasse disagi non avrebbe neppure ottenuto i suoi risultati, no?».
Per quanto riguarda il blocco delle opere d'arte usiamo ancora parole edulcorate come appunto «disguido, disagio» ma forse chi viene dall'Australia, e ha prenotato quel giorno e quell'ora per vedere il Cenacolo, vive molto di più di un disagio, non le pare? «Certo, tanto è vero che oggi il servizio dei beni culturali è equiparato al trasporto
pubblico e all'assistenza sanitaria, per questo si deve fare di tutto per evitare di calpestare il diritto del visitatore». Eppure per una ragione o per l'altra lo si calpesta pensando anche di aver fatto una cosa giusta.eg
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