Una moschea al Palasharp? Ieri incontro in Comune

Incontro top secret ieri a Palazzo Marino tra il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris e il presidente del centro culturale islamico di viale Jenner, Abdel Hamid Shaari. Qualcosa si muove per la grande moschea? Per ora le bocche sono cucite, ma qualcosa evidentemente succede. É passato circa un mese dalla richiesta del Coordinamento delle comunità islamiche (Caim) al Comune di poter trasformare il Palasharp in un grande centro di preghiera. Palazzo Marino ha deciso da tempo la demolizione e ricostruzione del palazzetto ma per ora il bando è andato deserto. Prendersi a carico l'abbattimento della struttura ha un costo di almeno 600mila euro, troppo pesante con il bilancio in rosso.
Il Caim chiede al Comune di non abbatterlo e di darlo in gestione alla comunità islamica per 30-40 anni. La prima grande moschea aveva spiegato allora Shaari «potrebbe arrivare in tempo per Expo».

I fondi? Il portavoce del coordinamento Davide Piccardo aveva assicurato che sono pronti anche quelli, parte dalla comunità musulmana che conta circa 100mila persone in città, e parte da finanziatori privati dal Quatar e dal Kuwait. Il palazzetto viene già utilizzato dagli islamici per la preghiera del venerdì da quattro anni. Si vedrà.

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