Moschee, legge contesa La burocrazia frena e il Consiglio va avanti

Parere negativo degli uffici su alcuni vincoli Ma relatore e primo firmatario tirano dritto

I tecnici della Regione frenano, i politici vanno avanti. La legge sulle moschee oggi arriva in commissione per l'esame. E ci arriva con alcune osservazioni negative dell'ufficio legislativo del Pirellone. I rilievi che il servizio interno avanza sul testo della proposta presentata dal centrodestra, sono essenzialmente due: il primo riguarda la procedura di Valutazione ambientale strategica, cioè l'esame cui sarebbe sottoposta l'apertura dei nuovi luoghi di culto. Per il legislativo, «non ci sono profili riconducibili a tematiche di carattere spiccatamente ambientale», per cui non sarebbe giustificata la Vas. Il secondo appunto è sulle intese fra religioni e Stato come condizione per poter costruire nuovi edifici religiosi.

Lo stop non impressiona i legislatori, vale a dire i consiglieri, che detengono il potere di scrivere e approvare le leggi e hanno tutta l'intenzione di volerselo tenere stretto. Spiega il relatore della legge, Roberto Anelli: «Al di là di quelli meramente formali, i rilievi sono sostanzialmente quelli riferiti all'intesa e alla procedura di vas, con alcune eccezioni sulle distanze fra luoghi di culto. L'ufficio legislativo esprime alcune perplessità. E conferma che vedono la legge come un provvedimento non di natura urbanistica, cosa che invece è». «Noi andiamo avanti - garantisce Anelli - recependo quella parte che meglio specifica alcuni aspetti del testo, ma non tutto».

D'accordo anche il primo firmatario, l'altro leghista Massimiliano Romeo: «Gli uffici ci segnalano delle criticità ma non è il vangelo. Noi abbiamo cercato di sistemare gli aspetti che il legislativo ci metteva davanti come critici. Giustamente fanno le loro osservazioni ma i legislatori siamo noi. Siamo convinti di portare avanti il provvedimento. E credo di poter parlare per tutta la maggioranza». Una possibile impugnazione davanti alla Corte costituzionale non preoccupa: «È ovvio che la impugneranno la legge - dice Romeo - non abbiamo timori, anche perché spesso poi i pareri sono discordanti. E anche nel caso in cui cada un aspetto non è detto che cada tutto l'impianto». Entrando più nel merito, Romeo conferma le sue convinzioni, anche sul profilo ambientale e urbanistico: «Faccio un esempio concreto. Ho ricevuto la mail di alcuni cittadini che vivono vicino a un centro che ospita le preghiere e ci chiedono cosa intendiamo fare, sottolineando il fatto che, in alcuni periodi dell'anno, l'attività che ospitano i centri non si limita alla preghiera. La moschea è anche un luogo di ritrovo, per esempio nelle ore notturne.

Chi sta vicino al Palasharp parla di sermoni e prediche, con buona pace del riposo di chi vive in zona. E chi misura il rumore? L'Arpat, l'agenzia regionale per l'Ambiente». E anche sulle intese religioni-Stato, pochi dubbi: «La Costituzione parla chiaro. E noi la traduciamo così»

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