«Le arie di Sandrina», «Geme la tortorella», «Dove son! Che m'avvenne!». Non c'è niente da fare: Amadeus è sempre Amadeus. Quel che toccava diventava musica geniale, meravigliose note con le ali, un Re Mida - Mozart - pure da giovane: a soli 19 anni il compositore unto dal Signore, che aveva già alle spalle un bel catalogo, vergò La finta giardiniera, dramma buffo con un libretto attribuito a Giuseppe Pretrosellini commissionato dal principe elettore di Baviera Massimiliano III, valente virtuoso e suonatore di viola. Musica e sangue blu. Una trama di inganni, amori non corrisposti, travestimenti, equivoci nel buio di un boschetto, con un bel lieto fine. A dire il vero sulle prime questo lavoro non fu accolto bene dal pubblico. «La prima volta fu a Monaco di Baviera nel 1775 - racconta il soprintendente scaligero Alexader Pereira -. Un giorno mi piacerebbe ascoltare la versione che venne musicata da Pasquale Anfossi». Ma su quella mozartiana, dopo il debutto, il letterato e compositore Christian Friedrich Daniel Schubart scrisse sulla rivista Deutsche Chronik: «Amadeus diventerà senza dubbio uno dei più grandi compositori che siano mai esistiti». Già, proprio così. Ora l'opera buffa, «che a Milano è stata eseguita quasi cinquant'anni or sono alla Piccola Scala», continua Pereira, con Zoltán Peskó e la regia di Filippo Crivelli - approda nella grande sala storica: debutto domani (con repliche l'11, 16, 20, 23, 26 e 29 ottobre), direzione d'orchestra affidata alla bacchetta di Diego Fasolis - riconosciuto come uno degli interpreti di riferimento per la musica storicamente informata tra rigore stilistico e virtuosismo - e la regia di Frederic Wake-Walker, che afferma riguardo a una storia che parla della riconciliazione di due innamorati: «In questa vicenda un po' tutti i personaggi sono finti, hanno qualcosa da nascondere, forse la meno finta è proprio lei, la giardiniera. Toglieremo le maschere a tutti per far mostrare loro i veri volti».
Mani assai esperte per un titolo che, se confrontato ad altri dello stesso Amadeus, era uscito un po' dall'orizzonte e che grazie alla politica scaligera dell'era Pereira-Chailly di valorizzare altri capolavori, viene ripreso e rilanciato e tra l'altro, in modo particolare sotto alcuni aspetti. In primis l'arruolamento di alcune delle migliori voci della nuova generazione di cantanti mozartiani - sulle scena il tenore croato Kresimir Spicer (Podestà), il soprano Hanna-Elisabeth Muller (Sandrina), il baritono Mattia Olivieri e il soprano Giulia Semenzato (Serpetta), gli ultimi due presenti alla presentazione al Piermarini. E ancora.
Per l'esecuzione sono stati scelti strumenti originali da parte della compagine barocca, «costola» dell'Orchestra principale del Piermarini. «La fequenza del diapason è stata leggermente abbassata - spiega il direttore Fasolis - per via di alcuni strumenti dell'epoca». Piccole ripercussioni per i cantati, «ma cose da poco» hanno confermato le voci in sala.
Dulcis in fundo, la
rappresentazione verrà «immortalata» da Rai Cultura che trasmetterà in diretta-differita su Rai5 giovedì 11 alle 21,15 e per la prima volta la ripresa sarà realizzata in 8K, una tecnologia che offre una definizione più alta.
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