Musica, prosa e... sport: il teatro Menotti racconta la cronaca e la letteratura

Paola Turci allo specchio, le Olimpiadi di Hitler vinte dal nero Owens e le poesia di Alda Merini

Ferruccio Gattuso

Una metropoli come Milano non può che vivere sulle contaminazioni, e la direzione artistica del Teatro Menotti nella persona di Emilio Russo e dei suoi collaboratori se ne dimostra conscia, offrendo al proprio pubblico, come di recente tradizione, un cartellone per la stagione 2016-2017 assolutamente variegato.

«Il 2015 ha spiegato Russo è stato un anno importante per il Menotti, con un aumento del 20% degli incassi e degli spettatori. Abbiamo registrato alcuni sold out importanti, resta il nodo della sede, con un costo di affitto di 120mila euro decisamente impegnativo per un teatro di produzione come il nostro».

Ventisei spettacoli per più di 180 alzate di sipario, 7 produzioni, 3 coproduzioni, 12 ospitalità e 8 prime nazionali, con la prosa a farla prevedibilmente da padrona, ma con incursioni in musica, letteratura e poesia. La stagione prende il via dal 22 al 25 settembre con la prima nazionale di Mi amerò lo stesso, una produzione dello stesso Tieffe Teatro per la regia di Emilio Russo su drammaturgia di Alessandra Turco con Paola Turci protagonista e co-autrice: la cantautrice romana si racconta come donna di fronte a un doppio specchio, quello reale e quello del pubblico, rievocando la propria vicenda dell'incidente stradale che ne sfigurò parzialmente il viso, riflettendo sul suo rapporto con la bellezza, le insicurezze, gli incontri fatti in una vita.

Un testo coraggioso che lambisce in parte il tema musicale, elemento che invece occupa centralmente la scena in spettacoli come Credo (6-9 ottobre) con l'Orchestra di Piazza Vittorio protagonista di una piéce sul tema dell'interreligiosità, fra musica e testi del portoghese José Tolentino Mendonça, così come RossinTesta (19-22 ottobre) con Paolo Rossi al ritorno sulle scene insieme a una band per omaggiare Gianmaria Testa, il cantautore piemontese morto il 30 marzo scorso. Due ritorni musicali importanti sono Talkin' Guccini (18-28 maggio) con Lucia Vasini, Andrea Mirò e Juan Carlos Flaco Biondini e Degni di nota tra Gaber e Brassens (4-14 maggio), sempre con Andrea Mirò e Alberto Patrucco.

Venendo alla prosa, tra classici e contemporanei, meritano citazione l'intrigante 1927 Monologo quantistico (4-6 e 23-25 novembre) di e con Gabriella Greison, racconto in foto, musica e video sugli aneddoti più misteriosi, divertenti e umani che hanno portato allo sviluppo della fisica quantistica, e Le Baccanti di Euripide nell'adattamento di Daniele Salvo, in prima milanese dal 10 al 19 novembre.

Un classico moderno portato dalla pagina al palcoscenico è senza dubbio Il deserto dei Tartari (18-22 gennaio) di Dino Buzzati, nella messa in scena di Paolo Valerio in prima milanese, così come all'esordio in città è La pazza della porta accanto, intenso atto unico di Claudio Fava, omaggio alla poetessa Alda Merini, che Alessandro Gassman porta in scena al Menotti dal 24 al 29 gennaio.

Un ritorno a grande richiesta sullo stesso palcoscenico è quello di Federico Buffa, star della narrazione sportiva televisiva, ne Le Olimpiadi del 1936 (15-31 dicembre), un testo scritto dallo stesso Buffa con Emlio Russo, Paolo Frusca e Jvan Sica, che racconta le celebri Olimpiadi svoltesi a Berlino in pieno regime nazista, con i trionfi dell'atleta americano nero Jesse

Owens proprio sotto gli occhi di Hitler e dei suoi scherani razzisti.

Il testo è accompagnato da proiezioni e commento musicale dal vivo di Alessandro Nidi (pianoforte), Nadio Marenco (fisarmonica) e Cecilia Gragnani (voce).

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