Muti sulla prima «Il mio cuore batte per Verdi»

«Domani leggerò sui giornali che ho alimentato la polemica, ma non è così». Riccardo Muti risponde alla domanda se a Milano sarebbe stato meglio inaugurare la stagione della Scala con un'opera di Verdi piuttosto che con il Lohengrin di Wagner, in una stagione in cui si celebra il bicentenario della nascita di entrambi. «Amo entrambi», dice al Castello sforzesco. Alla Scala Muti ha riportato, dopo oltre vent'anni, la trilogia più popolare del compositore di Busseto (Traviata, Trovatore e Rigoletto) e ha diretto sei opere di Wagner. «Verdi è la Scala. Verdi è tutti noi. E naturalmente il mio cuore di italiano, lo dico come uomo, non come musicista, batte per Verdi». Poi prosegue: «In Wagner senti come una malìa che non ti lascia». Verdi - continua - ci conforta.

Wagner ci avvolge e ci confonde, in senso artistico. Verdi ci apre un cielo azzurro, Wagner un cielo corrusco. E le diatribe sono stupide: dobbiamo pensare che nel mondo dell'opera ci sono due giganti. Ebbene noi abbiamo avuto la fortuna di averne uno».

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