La Natività di Rubens Un regalo ai milanesi

Anche quest'anno Milano avrà il suo capolavoro sotto l'albero, o meglio nella Sala Alessi del Comune. Come da consolidata tradizione, Palazzo Marino ospita per il periodo natalizio un capolavoro artistico proveniente da lontano e quest'anno l'opera ha la maestosa bellezza dell'«Adorazione dei pastori» di Pietro Paolo Rubens. Arriva dalle Marche, dalla Pinacoteca civica di Fermo, questa grande pala d'altare che celebra la potenza della Natività: a Milano è esaltata da un allestimento sobrio, perché la pittura di Rubens, già così carica, non ha certo bisogno di orpelli.La possiamo ammirare gratuitamente da oggi al 10 gennaio, tutti i giorni dalle 9.30 alle 20, il giovedì fino alle 22.30 (anche il giorno di Natale, a Capodanno e all'Epifania) in un evento curato da Anna Lo Bianco e promosso dal Comune con partner privati (Intesa San Paolo, La Rinascente, Le Gallerie d'Italia) e realizzato con la città di Fermo che è anche un primo appetitoso antipasto per l'anno che verrà. Nell'autunno del 2016 lo ha anticipato ieri l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno - Rubens sarà infatti protagonista di una grande mostra a Palazzo Reale con opere provenienti da importanti musei internazionali.Ma torniamo all'Adorazione, da oggi a Milano: il «presepe» dipinto da Rubens è stato realizzato di getto durante la permanenza in Italia dell'artista fiammingo. Lo si guarda e si rimane ipnotizzati dall'uso del colore: il Bambino è di un candore sfavillante come l'incarnato della Vergine, il rosso porpora delle vesti del pastore è abbagliante, notevoli anche la maestosità di San Giuseppe e la pienezza dei corpi degli angeli sulla mangiatoia.È una notte di Natale piena di bagliori e di speranza, quella che Pietro Paolo Rubens dipinge in una fase della sua maturità artistica, dopo essersi nutrito, proprio qui in Italia, delle ultime novità introdotte in pittura da quel genio del Caravaggio. Di «pittura altissima» parla infatti Anna Lo Piano, secondo la quale il dipinto ha come protagonista non solo Gesù Bambino, ma anche il giovane pastore in primo piano, quello inginocchiato con la veste rossa: è lui che indica il Bambinello, è lui che attrae per primo i nostri occhi che guardano il dipinto. Ispirato alla statuaria antica di cui Rubens si era di certo nutrito nel soggiorno italiano ci ricorda la centralità dei pastori e della gente semplice nell'accogliere la notizia della Natività.Tra i motivi di fascino di questa pala, c'è anche un aspetto simbolico. Dipinta nel 1608, dopo un soggiorno di sette anni in cui il pittore accumula un'energia creativa che lo porterà a diventare il maestro del Barocco europeo, è l'opera d'addio di Rubens al nostro Paese prima di tornare ad Anversa, il suo lascito per un'Italia che presto metterà a frutto la sua lezione pittorica.

Commissionata per la chiesa di San Filippo Neri di Fermo, la pala ora esposta in Sala Alessi è stata a lungo ignorata, forse perché conservata in un luogo appartato rispetto alla tradizionale geografia dell'arte: la sua riscoperta è merito del critico Roberto Longhi che nel '27, in visita a Fermo, riconosce la mano del maestro fiammingo e ne rimane sorpreso e commosso. Un po' come chiunque, da oggi e per tutti i giorni delle feste, entrerà in Sala Alessi.

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