Entrare nei negozi in questi giorni significa vivere uno sbalzo termico di almeno quindici gradi. Si passa dal gelo della strada all'effetto sauna, con almeno 23 gradi di temperatura. Ed ecco la prima regola dell'ordinanza anti smog infranta dai negozianti: il livello del riscaldamento, che, in teoria non dovrebbe superare i 19 gradi. «Eh, ma qui le clienti si spogliano per provare i vestiti - minimizza una commessa - mica possiamo farle congelare».Ma non è tutto qui. C'è un'altra regola che non viene rispettata da nessuno: le porte. Dovrebbero rimanere chiuse, per non disperdere calore e per ottimizzare il riscaldamento. E invece sono spalancate, ovunque. La legge del commercio batte quella contro l'inquinamento. «Un passante è invogliato a entrare in negozio se vede le porte aperte - spiegano alla cassa di uno store di abbigliamento in franchising - È un segnale di accoglienza». Già, ma la legge che impone di tenere le porte chiuse? «Quale legge? Non sappiamo nulla» commentano parecchi commercianti in via Torino. Sanno del blocco delle auto, sanno dell'emergenza smog ma non sono stati informati della parte richiesta ai negozi: abbassare il riscaldamento e tenere le porte chiuse. O preferiscono fare finta di niente. Pazienza se rischiano una multa da oltre cento euro. La solfa è la stessa in ogni zona: da corso Buenos Aires a corso Vittorio Emanuele, da via Torino a corso Vercelli.
A trasgredire sono soprattutto i grandi marchi, le catene, i negozi in cui appena entrati non si può stare per più di un minuto con sciarpa e piumino addosso. E sulle porte spalancate manca giusto la scritta: «Benvenuti ai tropici». Per la serie: ma chissenefrega dell'ambiente.MaS- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.