«Nel girone dei dannati non ci sto»

«Nel girone dei dannati non ci sto»

«Sono venuto spontaneamente, non sono stato convocato. Perché se non hai niente da temere, venire in Procura è un piacere». Che sia stato addirittura un piacere, sembra difficile. Di sicuro, ieri, il consigliere regionale del Pdl Massimo Buscemi (nella foto) è tornato a bussare all’ufficio del procuratore aggiunto Alfredo Robledo, che l’aveva già sentito come testimone una settimana fa. Soltanto pochi minuti di faccia a faccia con il magistrato. Poi, nei corridoi del Palazzaccio, l’ex assessore del Pirellone alla Cultura si sfoga con i cronisti.
«Non sono un tangentista. Io nel girone dei dannati non ci sto. Io, in 18 anni che faccio politica, non ho mai ricevuto un avviso di garanzia. Non ho mai preso soldi, per nessun motivo e in nessuna occasione». Il nome di Buscemi, infatti, era emerso negli ultimi giorni nell’inchiesta che ha investito il presidente del consiglio regionale Davide Boni e il suo (ormai ex) braccio destro Dario Ghezzi. Una storia di presunte mazzette rastrellate dall’architetto Michele Ugliola, già finito in carcere e da qualche mese diventato il grande accusatore dei politici. Qual è il punto? Che Ugliola, a verbale, racconta ai pm che un gruppo di imprenditori avrebbe stanziato 200mila euro da destinare ai piani alti del Pirellone per il progetto «Krysalide», ossia la realizzazione di un impianto di inertizzazione dell’amianto in una vecchia cava. Uno di questi imporenditori - Giovanni Rossetti - è stato sentito dai pm nei giorni scorsi, e al Giornale ha spiegato che «di tangenti ai politici non so assolutamente niente. Se davvero è stato Ugliola a parlarne ai magistrati, non escludo che lo abbia fatto per vendicarsi del fatto che lo abbiamo scaricato». Ugliola, però, aveva raccontato di aver parlato di quei 200mila euro con Boni, Ghezzi e proprio buscemi. Ma mentre i primi due «accettarono la promessa» di denaro, «Buscemi in questa occasione non volle», accontentandosi di un «incarico professionale per il suocero, Piero Daccò», poi arrestato per il crac dell’ospedale San Raffaele. Ma Buscemi non ci sta.
«Dire di non conoscere Ugliola, significa vivere tra le nuvole, ma mai l’ho visto dare in mia presenza dei soldi a Ghezzi per Boni. Io - insiste il consigliere del Pdl - Ugliola l’ho incontrato in Regione e fuori sul piazzale, l’ho visto diverse volte a pranzo perché frequentava il ristorante di un mio amico, per cui qualche volta abbiamo bevuto il caffè insieme. Non mi ha mai avvicinato.

Lui dice di avermi dato una mano in campagna elettorale, ha fatto votare alcuni suoi amici per me, e credo che sia vero e lo ringrazio per questo». Ma la nuova visita ai magistrati? «Sono venuto a dire ai pm che è mia intenzione depositare presso il tribunale azioni civili nei confronti di alcuni giornali e giornalisti, perché adesso si passa al contrattacco».

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