Lo slogan del manifesto è «Noi non ci stiamo». Chiaro. Sottotitolo: «Rifondare il Pdl per ridare speranza alla libertà». Non vogliono essere definiti nè rottamatori nè formattatori. Ma lanciano un nuovo patto per ripartire da zero dopo gli scandali - dal Lazio alla Lombardia - e creare una nuova classe dirigente che dia più spazio alla società civile. «Selezione in base a merito, trasparenza, capacità». Uno dei principi scritti sul manifesto che il coordinamento provinciale del Pdl presenterà domani alle 18 nella sede dell'Unione del commercio, in corso Venezia 61. Un palazzo simbolo del mondo produttivo. Sul palco ci saranno i promotori del documento Sandro Sisler, Giulio Gallera, Carlo Masseroli, Marco Osnato, Giacomo Beretta, Giuseppe Lardieri, Fabrizio De Pasquale, Luca Squeri, Luca Del Gobbo. In sala (si augurano) tanti consiglieri comunali e provinciali («vorremmo che firmassero loro per primi il documento»), gli iscritti a tutti i livelli. «Dobbiamo ricostruire il Pdl con regole nuove» insiste Gallera «e vuol dire democrazia nella scelta dei dirigenti, primarie». Anche qualora si tornasse al voto in Regione Lombardia? «Ovviamente, il candidato andrebbe scelto con questo metodo». E un tetto ai mandati: «due al massimo» sarà scritto chiaro sul manifesto, che si tratti di consiglieri in comunali, regionali, sindaci, governatori. E «stop ai doppi incarichi» aggiunge il capogruppo milanese Masseroli.
Dopo gli scandali e le inchieste «la strada per riconquistare la fiducia della gente sarà lunga e quindi bisogna prendere subito la via giusta, selezione e spazio alla società civile, a chi fa politica con passione e non la usa per fini personali».Pd, Sel, Idv invece domani alle 20.30 chiama i supporter in piazza, sotto Palazzo Lombardia, per chiedere le dimissioni di Formigoni.
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