«Nella città del futuro famiglie e terzo settore tornino le priorità»

I «voucher asili» tra le proposte del capolista di Milano popolare

Siamo arrivati al giorno del voto. Maurizio Lupi, capolista di Milano popolare, come trascorrerà questa giornata di attesa?

«Sarò a Milano. E questa sera ospite a Porta a Porta».

A chi vuole rivolgere l'ultimo appello?

«Mi rivolgo ai milanesi moderati, a quella maggioranza di cittadini che si rimboccano le maniche. So che sono delusi dalla politica. Proprio a loro dico che con Stefano Parisi abbiamo fatto in modo di scegliere il sindaco migliore e non il meno peggio».

Che senso ha il voto di oggi?

«Oggi scegliamo il futuro di Milano. E quello che vogliamo noi è un futuro che riparte dalle periferie e dalla sicurezza».

Le periferie sono uno dei punti cardine del programma del centrodestra.

«Sì, vogliamo riportarle al centro. Non devono più esistere cittadini di serie A e di serie B».

Già da ministro ha lanciato un appello molto forte ai prefetti contro gli abusivi.

«E torno a ribadire quel concetto. La legge 80 prevede in modo molto chiaro che chiunque occupa abusivamente un immobile non può chiedere né la residenza né l'allacciamento ai servizi, luce, acqua e gas. Solo così possiamo tutelare i diritti dei cittadini onesti».

Il suo programma punta anche molto sugli aspetti sociali.

«Il terzo settore va del tutto riorganizzato».

In che direzione?

«Faccio un esempio. Il Comune investe 3 milioni di euro per distribuire pasti a 1.380 famiglie. Le associazioni di volontariato ne sfamano 56mila. Bisogna saper sostenere la Milano dei volontari».

E delle famiglie.

«Certo. La famiglia per noi è al centro. Per questo vogliamo creare i voucher asilo. Ogni famiglia deve poter scegliere in che struttura mandare i figli pubblica o paritaria. E poi serve rivedere i parametri Isee, così sono ingiusti. Se una pensionata ha rilevato la casa popolare, scatta di fascia e non le vengono più riconosciuti certi diritti».

Una delle sue proposte riguarda il ponte della Ghisolfa. Cosa ha in mente?

«Vorrei trasformare il simbolo delle industrie, nel simbolo del futuro: una passeggiata verde in stile New York che collega la città con l'esterno».

Un bilancio della campagna elettorale?

«Noi e la Lega abbiamo dimostrato che, se si mette al centro l'interesse del cittadino, le differenze diventano una risorsa e non un ostacolo».

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