«Non voglio che Monza faccia la fine di Milano». La Lega ha lasciato libertà di voto a militanti ed elettori, ma il consigliere regionale Massimilano Romeo non ha dubbi. Già assessore alla Sicurezza in città per tre anni, ora è consigliere regionale e mantiene forti legami con la Brianza. «E proprio per questo sia io sia lex sindaco Marco Mariani abbiamo pubblicamente dichiarato che voteremo per Andrea Mandelli, il candidato del Pdl». Nessun apparentamento ufficiale, «anche perché noi della Lega faremo comunque opposizione in consiglio comunale». Sia che vinca Mandelli, sia che prevalga anche al secondo turno il candidato del centrosinistra Roberto Scanagatti, ieri in piazza Duomo con il sindaco di Torino Piero Fassino. Non proprio un volto nuovo. «Voto Mandelli - spiega Romeo - e lho dichiarato ufficialmente, anche se la posizione del mio partito non prevede apparentamenti. E lo faccio perché non voglio vedere anche nella mia città quello che sto vedendo dal mio ufficio al diciassettesimo piano del Pirellone, ragazzi buttati per strada che occupano illegalmente spazi pubblici e nessuno fa niente». Sono quelli della Torre Galfa. «Ecco cosa significa Pisapia e la sinistra: nessun rispetto delle regole e lo dico per aver fatto lassessore alla sicurezza».
Posizione simile quella allormai ex borgomastro monzese Mariani che fino allultimo ha chiesto a Umberto Bossi una deroga perché a Monza si potesse riproporre quellalleanza che cinque anni fa consentì di strappare la città alla sinistra.
E che oggi il veto ostinato del Senatùr non ancora travolto dalle vicende giudiziarie rischia di riconsegnarle.
Altro capitolo quello della guerra scoppiata nellUdc dopo lazzardata uscita del consigliere regionale Enrico Marcora e del segretario provinciale Alessandro Sancino che chiedevano di appoggiare i candidati del Pd. Immediato laltolà ai due «ribelli» del neo segretario regionale Christian Campiotti che per lUdc ha negato «indicazioni precostituite», annunciando valutazioni «caso per caso».
E nel «caso» di Monza ci sono da registrare i contatti con Silvio Berlusconi del capogruppo in Provincia Domenico Pisani che qualche giorno fa ha pranzato con Mandelli. Chiaro che il passato da assessore regionale berlusconiano torna a farsi sentire, soprattutto per il centrodestra già si parla di un ritorno alla prima Forza Italia. E proprio Mandelli a Monza, presidente dei farmacisti italiani e dunque candidato pescato nella società civile e nel mondo delle professioni, potrebbe essere un primo laboratorio del futuro partito dei moderati a cui Berlusconi e Angelino Alfano stanno già lavorando.
Nessuna sorpresa, invece, sul fronte ciellino visto che anche ieri e come sempre ad accompagnare Mandelli tra piazze e mercati cera il consigliere regionale Stefano Carugo, plenipotenziario in Brianza dei seguaci di don Giussani. Nessun astio dopo la bocciatura dellassessore Piefranco Maffè che con il suo pieno di preferenze al primo turno avrebbe potuto far ricriminare sulla scelta del candidato sindaco.
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