Non paga il Rolex, Bossi jr alla sbarra

Mai saldato un conto da 27mila euro

Non paga il Rolex, Bossi jr alla sbarra

«Passa papà a pagare». I Ceccuzzi, commercianti di preziosi fra i più noti in quel di Busto, erano tranquilli. Il rampollo era conosciuto e di famiglia celebre. Riccardo Bossi. Di professione, pilota di rally. Il figlio 36enne del Senatur aveva appena fatto spese di Natale. Un anello e un girocollo firmato Bulgari per la fidanzata, oltre a un Rolex Daytona. Conto finale, 27mila euro. E il saluto, rivelatosi beffardo. «Passa papà».

Per la verità Bossino, da non confondersi con il Trota, non si è eclissato e per tutto l'anno ha promesso e ripromesso di saldare il suo debito. Ahilui, invano. E la pazienza di Alessandra e Bruno Ceccuzzi, titolari dell'oreficeria, è tristemente finita. È cominciata però una causa per truffa pluriaggravata, giunta sul tavolo del pm Francesca Parola che ha preso le forme di un processo al via fra un annetto nel foro bustocco.

Un problema spiacevole per la famiglia Bossi che si ritrova nei guai per la leggerezza di uno dei figli. La pratica andrà infatti avanti perché non è più possibile interromperla. I gioielli sono stati regalati alla fidanzata di Bossino. Il Daytona è stato girato a terzi, a saldo di un preesistente debito. Non esiste quindi la possibilità di restituire la merce ai negozianti.

Per di più, Riccardo Bossi non è nuovo a «incidenti» di questa natura e il danno causato agli esercenti è considerato di «rilevante entità» al punto di giustificare un procedimento d'ufficio che non può essere

fermato neppure dal ritiro della querela. Di certo c'è che occoreranno due anni ai Ceccuzzi per rientrare in possesso del proprio denaro. Il processo inizierà il 26 settembre e i gioiellifurono «acquistati» a dicembre 2014.

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