Non solo torbato: la nuova vita del Bar Metro

Gestito per 50 anni da Giorgio D'Ambrosio, ora riparte tra brioche, affettati e aperitivi

Trovare un cesto di frutta e zenzero al posto dei vecchi Ardbeg fa effetto, impossibile negarlo. Ma rivedere aperto lo storico Bar Metro di piazza De Angeli fa piacere a tutti, non solo agli amanti del whisky.

Sì, perché per cinquant'anni questo è stato il regno di Giorgio D'Ambrosio, collezionista e imbottigliatore di livello mondiale, che nell'aprile 2018 ha deciso di dire basta. Un anno dopo, il suo Bar Metro riapre per la sua «seconda vita».

A gestirlo sono due amici imprenditori, Maurizio Colangelo e Paolo Sormani, con alcuni soci. Dopo la lunga esperienza all'Osteria delle Rane rosse di Settimo Milanese, hanno deciso di lanciarsi su un locale che ha fatto la storia di Milano e non solo. «Però non volevamo scimmiottare Giorgio. Rifare un whisky bar senza di lui non aveva senso».

Dunque, una ristrutturazione radicale ha riconsegnato al quartiere un bar nuovo, fin dall'insegna. Addio al tradizionale bancone vecchio stile, interni moderni dominati dal verde bottiglia. E, inevitabilmente, meno spazio al distillato di malto e più ad altri aspetti, come la ristorazione.

Non è un caso infatti che sull'insegna campeggi la scritta «Ricette su misura». Perché oltre alla colazione - dove spremute e brioche vegane strizzano anche l'occhio ai salutisti -, l'idea è proporre un menu per la pausa pranzo insolito e con grande attenzione alla qualità delle materie prime. Insalate elaborate (spaghetti di zucchine, anacardi e cicorino), panini tutt'altro che ordinari (chevre, mostarda, radicchio e speck), tartare, burrata e taglieri di salumi.

Discorso a parte merita l'aperitivo, che dovrà conquistarsi uno spazio battendo la concorrenza dei locali della vicina via Ravizza. La carta delle birre manca un po' di varietà, ma le artigianali del Birrificio di Legnano sono una garanzia. La selezione di vini non è immensa, ma anche in questo caso è varia e non scontata. Il resto lo fa una drink list che unisce cocktail classici e «twist», accompagnati da tapas.

Niente buffet da apericena, ma un aperitivo più raccolto, che può sfruttare anche il dehor in ombra, un plus nella stagione estiva.

Ma i whiskofili non perdano le speranze: il progetto è tenere in futuro anche serate di degustazione. Un omaggio alla storia di un bar mitico.

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