La crisi entra anche negli alberghi di lusso. Persino qui c'è stata una parziale riduzione dei prezzi. Ma chi gestisce da anni strutture di alto livello risponde con la qualità e attenzione verso i clienti. È questa la strategia seguita dal «Grand Hotel et de Milan», albergo storico in città, gestito fin dalla sua fondazione, nel 1863, dalla stessa famiglia. Oggi a tenerne le redini - esponente di terza generazione dopo il nonno e la madre Daniela Bertazzoni - è Alissia Mancino, che concorda con l'analisi della presidente degli albergatori Sofia Gioia Vedani: «È vero che il nostro cliente tipo in genere non si fidelizza. È naturale che chi torna in una città abbia voglia di cambiare, sperimentare altro». Il Grand Hotel et de Milan però fa in parte eccezione proprio perché antico. Nelle sue stanze hanno soggiornato pezzi di storia d'Italia, da Giuseppe Verdi (al quale ora è dedicata una suite, quella che, per dire, Patti Smith chiede ogni volta che viene in città) al ballerino russo Rudolph Nureyev, da Vittorio De Sica (la sua stanza era la preferita di Lucio Dalla), a Maria Callas, da Ernest Hemingway a Luchino Visconti. E quindi, spiega Mancino, «abbiamo una piccola nicchia di affezionati». Ma tra la crisi e tutti questi nuovi hotel a cinque stelle come ci si difende? «Il segreto è trattare sempre al meglio l'ospite». E non ignorare le opportunità offerte dalla rete, sfruttando anche la vendita sui portali on line in aggiunta ai canali tradizionali. Il problema vero della concorrenza degli hotel di prossima apertura sta, secondo Mancino, nella «troppa offerta rispetto ad una clientela che non aumenta». Dal 2009 in poi il flusso è rimasto stabile, «ma non parliamo di grossissimi numeri». E se anche con l'Expo arriveranno più visitatori il punto chiave, sostiene, è «nel disegno generale della città: sono stati dati troppi permessi. E non ragionati». Prima, prosegue Mancino, «qui nel centro storico c'eravamo solo noi e un altro paio di realtà». Poi sono arrivati l'Armani hotel, e ora il Mandarin Oriental e palazzo Parigi.
Tutti nel raggio di pochissimi chilometri. Il rischio è che, alla fine, diventi una «guerra interna». Come si esce dall'impasse? Mancino concorda con la presidente degli albergatori: «Meno fiere, più azioni di contorno alla città».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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