Giornalista pubblicista, 56 anni, consigliere di Zona 3 dal 1985 al 1990, consigliere comunale a San Donato e consigliere dell'Asl di Melegnano. Una laurea in Scienze politiche sfumata a pochi esami dalla fine per i picchetti dei comunisti che gli impedirono di entrare all'università. «Allora solo per essere di destra prendevi sprangate. O pistolettate come Montanelli con il quale ho cominciato a lavorare»
Stefano Passaquindici, perché oggi la candidatura con Fratelli d'Italia in consiglio comunale?
«Da sempre mi batto per la sicurezza e il futuro della nostra Milano e contro il degrado e l'invivibilità di tante zone. È una città che oggi ha bisogno di molte cure».
Da dove si comincia?
«C'è tanto da fare. Dagli interventi più banali, ma non per questo da trascurare, come la pulizia dei tombini per evitare le strade allagate, alle telecamere per renderla più sicura».
Lei ha preso a martellate la pista ciclabile di corso Buenos Aires con i Fratelli d'Italia.
«Premetto che rispetto sempre la legge e quindi le martellate erano solo simboliche, ma la follia ambientalista di questa giunta ha danneggiato residenti e commercianti. Sono pericolose e non risolvono il problema dell'inquinamento».
Una proposta per la quale si batterebbe in consiglio?
«Vorrei un assegno comunale di maternità. Dobbiamo proteggere le nostre famiglie: servono più asili nido e scuole materne gratuite per le giovani coppie italiane».
Solo italiane?
«Mai come in questo momento hanno bisogno di essere aiutate a procreare serenamente per ringiovanire e cominciare a ripopolare la nostra Milano».
Tornando alla sicurezza?
«Aumentare l'organico della polizia locale e ripristinare i vigli di quartiere con postazioni mobili in tutti i municipi. E poi lotta ai graffitari che deturpano i muri delle nostre case costringendoci a nuove spese per cancellarli».
Lei ha proposto un Telefono
argento.«Un numero del Comune per gli anziani da chiamare per districarsi con la burocrazia e il mondo internet con il quale spesso non hanno confidenza. E così rischiano di rimanere esclusi dai vantaggi della tecnologia».
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