Nuova occupazione dei centri sociali sgomberatiAllontanati da via Cola di Rienzo, gli anarchici hanno preso un altro stabile

Non hanno neppure fatto passare quarantott'ore dallo sgombero che già si sono ripresi un altro stabile e poche decine di metri dall'ormai ex centro sociali di via Cola di Rienzo. Gli anarchici infatti mercoledì sera hanno dato vita al solito corteo di protesta culminato con la presa di un capannone abbandonato all'angolo tra via dei Fusaro e via Cecchi. Dove ieri tre vedette sul tetto scrutavano ansiose l'orizzonte l'arrivo delle forze dell'ordine.
La saga degli antagonisti si arricchisce di un nuovo capitolo, dopo le occupazioni, e i successivi sgomberi, da Ripa Ticinese, via Savona, via Giannone e via Cola di Rienzo 48. L'ultimo martedì nel primo pomeriggio quando un imponente schieramento di polizia e carabinieri ha chiuso la «Ardita pizzeria del popolo». Operazione svolta senza colpo ferire ma a cui hanno fatto seguito le solite sceneggiate. Tre ragazzi sono infatti saliti sul tetto e due su una vicina gru dove hanno passato la nottata. Nel frattempo gli altri organizzavano un presidio in piazza Napoli chiamando «i compagni alla lotta». Il solito vecchio trucco per tenere impegnate le forze dell'ordine, in attesa di trovare un nuovo spazio. La serata si chiudeva con un chiassoso corteo che ha gironzolato fino a tardi per le vie del quartiere.
Mercoledì il risveglio è stato piuttosto vivace, con banche imbrattate o danneggiate e cassonetti incendiati in strada da alcuni incapucciati. Poi scendevano i due ragazzi della gru, seguiti a breve distanza a quelli del tetto, segno che gli esploratori avevano individuato il prossimo obiettivo. Infatti tutti ancora in corteo hanno ripreso a marciare fino a raggiungere un capannone in disuso, un tempo sede di botteghe artigiane, di proprietà di dell'istituto di credito d'Oltralpe, Bnp Paribas, in cui sono entrati poco dopo le 23. Operazione portata a termine senza colpo ferire e mentre qualcuno si alternava di vedetta sul tetto, gli altri si davano da fare per rendere minimamente abitabile gli spazi interni.
Adesso inizierà il solito iter, la proprietà presenterà denuncia in questura chiedendo di rientrare in possesso del suo bene e le forze dell'ordine organizzeranno un nuovo sgombero.

Cui seguirà una nuova occupazione e così via. A meno che gli anarchici non invadano un edificio di proprietà comunale, da dove ben difficilmente il sindaco Giuliano Pisapia potrà cacciarli per non trovarsi scoperto politicamente sul fianco sinistro.

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