Un colpo fotocopia. Praticamente identico alla rapina alla boutique di orologi «Franck Muller», saccheggiata con le medesime modalità il 21 maggio, appena quattro settimane fa e, ancora prima (seppure si sia trattato di un assalto di minore entità e con un bottino meno consistente) il 15 febbraio. È quello messo a segno sabato sera, all'ora di punta, nella gioielleria del centro commerciale «Bennet» di Cornaredo da un commando di quattro persone. Che, con il volto coperto da passamontagna e cappucci e armati di spranga, hanno fatto irruzione lanciando fumogeni e bombe carta, quindi hanno spaccato le vetrine facendo razzia dei gioielli.
Erano le 19 quando i rapinatori hanno fatto irruzione nel negozio di preziosi, distruggendo le vetrine con le spranghe e facendo razzia di gioielli per un valore ancora da quantificare. Al momento dell'assalto dentro il negozio c'erano una commessa e due clienti Che sono rimasti fortunatamente illesi, ma, come la folla del «Bennet» all'ora di punta di un sabato pomeriggio, sono rimasti spaventati a morte. Talmente atterrite che, dopo quello che era successo, nessuno tra i presenti ha pensato di chiamare il 112.
Quando i carabinieri sono arrivati i rapinatori si erano già dileguati, probabilmente passando dal retro, da dove dovrebbero essere anche entrati.
Per ora gli investigatori escludono che si tratti della stessa banda che colpì a Milano e vogliono utilizzare al massimo tutti gli elementi che potranno essere forniti dai filamti delle telecamere (numerose) che si trovano nell'area adiacente alla gioielleria nel centro commerciale. Tuttavia gli uomini con i cappucci neri, l'utilizzo delle spranghe, ma soprattutto quello insolito dei fumogeni per procurarsi un discreto vantaggio nella fuga (nel quadrilatero della moda erano state utilizzate a febbraio una molotov, a maggio addirittura quattro, ndr) non può non far correre alla memoria ai fatti milanesi, tanto recenti e tanto simili.
Una rapina con tutti i crismi dell'imprevedibilità quella del 21 maggio in via della Spiga. Violenta e rapidissima, priva di sbavature. Un colpo durato un paio di minuti in tutto, messo a segno da un commando di 6 banditi mascherati, incuranti della folla dell'ora di punta (erano le 11 del mattino, ndr) dei sistemi di sicurezza, delle numerosissime telecamere della zona più sorvegliata di Milano e della vicinanza imbarazzante della questura di via Fatebenefratelli. Un elemento quest'ultimo che, da solo, avrebbe scoraggiato (quasi) chiunque. Non però questi uomini silenziosi e armati di mazze di ferro, con il volto coperto da passamontagna e cappellini neri.
Insomma le analogie sono tante. E chissà se anche gli autori del colpo di Cornaredo sono, come quelli che assalirono la boutique della maison ginevrina del quadrilatero, dell'Est Europa.
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