Cronaca locale

"O paghiamo le bollette oppure gli stipendi. Era meglio il Covid..."

Ristoratori disperati per luce e gas triplicati: "Viviamo con le rate, prima c'erano i ristori"

"O paghiamo le bollette oppure gli stipendi. Era meglio il Covid..."

Bolletta di luglio 2020, importo 779,30 euro per 5.326 kw consumati. Bolletta di luglio 2022, importo schizzato a 3.678 euro per 5.180 kw (meno di prima). Marco Chiumenti, titolare del ristorante Chiuma's di via Gallarate, mostra le bollette choc di A2a davanti al monumento del «dito medio» di Maurizio Cattelan in piazza Affari. E non potrebbe esserci un'immagine più eloquente. Non è una bolletta del gas ma dell'elettricità. Con lui c'è Clara Ogliari, ristoratrice di Crema e responsabile in Lombardia di Tni Italia (Tutela nazionale imprese Italia) che ieri ha manifestato sotto la sede dell'Eni a Roma e - in tono minore - in piazza Affari a Milano. «Chiediamo interventi urgenti per ridurre le bollette e stiamo presentando esposti in tutte le Procure e poi ci rivolgeremo anche all'Antitrust contro l'ipotesi di speculazione da parte delle aziende energetiche - spiega Ogliari -. Abbiamo messo a confronto le utenze 2021 e 2022 e molte volte le bollette dell'elettricità sono triplicate, non è motivato dalla guerra in Ucraina e non avviene così negli altri Paesi europei, al massimo la crescita arriva al 20%». Chiede a «tutti i ristoratori, albergatori, artigiani e commercianti di aderire alla nostra raccolta firme e agli esposti».

Tni conta circa 5mila associati in Italia, duemila sono in Lombardia. Ormai, denuncia la rappresentante locale, «sono molti gli artigiani e ristoratori che non possono più permettersi di pagare le utenze, rischiamo di chiudere a breve». Ogliari ha un ristorante con 45 coperti e sette dipendenti a Crema, «le bollette dell'elettricità sono triplicate, da mille a 3.000/3.500 euro mensili. Cerchiamo di restare a galla, ma non sopravviveremo ancora a lungo. Rateizziamo, stiamo rateizzando da prima del Covid, abbiamo solo rate ormai...Bisogna trovare una soluzione, non vogliamo fallire».

Anche per Chimenti la situazione è tosta. Nel suo ristorante in via Gallarate conta sessanta coperti e sei dipendenti. La bolletta di luglio era di 3.600 euro ma pure ad agosto arrivava a 2.300 «anche se per la metà del mese siamo rimasti chiusi. Quella del gas? É cresciuta un po' meno, solo del 200%». Ammette che «per assurdo, la situazione era migliore quando eravamo chiusi per Covid, perchè i frigoriferi erano staccati, i dipendenti a casa in cassa integrazione, c'erano i ristori». Anche se Chimenti con altri 100 ristoratori ha dovuto pure fare ricorso per ottenere il riconoscimento di una parte dei ristori. Ora ammette che «la scelta è tra pagare la bolletta o gli stipendi, e devo scegliere la seconda. Dovrò saltare qualche rata, mi chiameranno e poi si vedrà..». Ha certezza, finchè dura: «Non voglio chiudere, tanti colleghi hanno abbassato le saracinesche in via Gallarate, io cerco di resistere. Ma le istituzioni, Regione e Comune, devono aiutarci, imporre un tetto». Al sindaco Beppe Sala fa un richiamo diretto: «A2a è partecipata al 25% dal Comune. Intervenga almeno sulla parte dei profitti che spettano al Comune e ci alleggerisca la bolletta».

Nell'esposto di Tni si chiede alle autorità di svolgere «tutte le attività di indagine necessarie al fine di accertare se sono in atto speculazioni per ottenere gli integrali risarcimenti dei danni».

Commenti