Il ministro M5S per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro ha dichiarato due giorni fa che «un evento dai costi troppo elevati non coinciderebbe con le priorità del Paese» quindi sì a un modello «a basso impatto ambientale e che punti sul riuso degli impianti».
Ancora più chiaro il ministro grillino alle Infrastrutture Danilo Toninelli che sempre domenica ha twittato: «Efficienza, sostenibilità ambientale e risparmio: non c'è soluzione migliore di Torino per le Olimpiadi 2026. No a nuove cattedrali nel deserto». Una fuga in avanti che ha innervosito la Lega, visto che a sostenere la candidatura alternativa di Milano per i Giochi invernali del 2026 c'è anche il governatore lumbard Attilio Fontana. «Sulle Olimpiadi il governo parlerà presto, e parlerà chi deve parlare - ha puntualizzato ieri il sottosegretario del Carroccio con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti -. A brevissimo vi diremo cosa pensa il governo, anche prima del 10 luglio». Quella è la data in cui il Coni annuncerà quale candidatura tra Milano, Torino e Cortina sottoporrà al Comitato olimpico internazionale il prossimo 19 ottobre, durante la sessione che si terrà proprio a Milano.
L'opzione del governo sarà ovviamente decisiva. Ieri il sindaco Beppe Sala è tornato alla carica. La sindaca M5S di Torino Chiara Appendino sarà oggi a Roma per presentare il dossier di candidatura? «Anche io e Fontana - ha precisato - abbiamo inviato il nostro piccolo dossier a Giorgetti. Accetterò qualunque scelta senza fare polemiche, ma mi permetto di segnalare che a occhio e croce ha più probabilità di vincere contro le altre candidate internazionali» da Stoccolma a Graz «Milano che non ha mai fatto un'Olimpiade, è reduce da un successo come Expo ed è considerata una città internazionale piuttosto che Torino che ha ospitato lo stesso evento 12 anni fa. Il buonsenso direbbe che abbiamo più possibilità noi». E torna a incalzare il governo sui fondi per le infrastrutture, «la vediamo in maniera diversa su tante cose ma vogliamo lavorare insieme, ci dica se vuole essere un nostro partner e valorizzare Milano o guarderemo fuori». E «di fatto già guardiamo fuori, con il 30% delle imprese straniere in Italia che hanno la propria sede in città».
«Milano attrattiva per imprese e talenti» e «traino solidale per il Paese» è la conclusione a cui arriva l'«Osservatorio Milano 2018» che attraverso 221 indicatori misura l'attrattività e la competitività di Milano rispetto a città Ue come Berlino, Barcellona, Parigi, Londra, Monaco, Stoccarda, Lione o internazionali come New York, Chicago, Shanghai, Tokyo. Il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi sottolinea che a fine 2017 «il Pil milanese segna un +3,1% rispetto ai livelli del 2008» (l'Italia è sotto del -4,5%). Alla crescente attrattività verso talenti e studenti stranieri si contrappone il dato sulla disoccupazione giovanile (26%). E Milano stima 14 milioni di turisti nel 2018 ma gli arrivi per abitante sono ancora 2,2 contro gli 8,8 di Berlino. Sul fronte reputazione è davanti a Barcellona a fortemente dietro a Londra o New York.
E c'è ancora molto da fare sull'attrazione di multinazionali (36 progetti contro i 384 di Londra). Milano vola su moda, design, offerta teatrale. E sugli affitti per uffici e negozi in centro: arrivano a 13.550 euro al mq, tre volte Monaco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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