Cronaca locale

Omicidio a Cernusco Due in manette

Una vendetta nel giro dell'usura la ricostruzione dei carabinieri

Paola Fucilieri

Un regolamento di conti nell'ambito di un' «attività illecita di carattere economico e ritorsivo». Che tradotto significa semplicemente usura. Le indagini della Procura di Milano e dei carabinieri del nucleo investigativo, guidati dal colonnello Michele Miulli e dal tenente colonnello Cataldo Pantaleo porteranno più avanti a chiarire i ruoli e il movente specifico. Per ora, in appena un mese di indagini vecchia maniera, «alla Maigret» - come le ha definite ieri il sostituto procuratore Laura Pedio - ci sono il mandante e il killer dell'omicidio di Donato Carbone, il 67enne ex imprenditore edile freddato la sera del 16 ottobre con 11 colpi di pistola (8 andarono a segno) sulla rampa dei box di casa, una palazzina a Cernusco sul Naviglio, in via don Lorenzo Milani 17.

Leonardo la Grassa, pregiudicato 72enne originario di Trapani ha armato la mano di Edoardo Sabbatino, 58 anni, nato a Palermo, con ben due pistole visto che la prima quella sera aveva fatto cilecca. Uno dei tanti errori, delle troppe sbavature che ieri hanno portato in carcere a San Vittore i due con l'accusa di omicidio volontario aggravato.

Sabbatino infatti, durante la fuga, si era imbattuto nel cancello elettronico dell'abitazione di Carbone in procinto di chiudersi e aveva intimato a una residente di aprirglielo. Fatto questo che, oltre a fargli perdere tempo prezioso, insieme alla felpa con due strisce grigie catarifrangenti che indossava al momento dell'omicidio, lo ha reso immediatamente riconoscibile durante l'analisi dei filmati delle telecamere lungo le strade. I militari hanno infatti controllato attraverso le patenti tutte le vetture (oltre 300) uscite da Cernusco e immortalate nei filmati della videosorveglianza quella sera all'ora del delitto. Un lavoro mastodontico che ha permesso però, tra l'altro, d'individuare appena tre ore dopo l'omicidio l'Opel Corsa rubata, utilizzata dal killer durante l'omicidio, abbandonata in un parcheggio insieme a centinaia di altre auto.

La Grassa, mandante del delitto è originario del Trapanese, ha precedenti penali per narcotraffico. Anche Sabbatino, nato a Palermo, secondo gli investigatori è conosciuto nell'ambiente della criminalità siciliana.

I militari hanno eseguito anche sei perquisizioni domiciliari il cui risultato servirà alla continuazione dell'inchiesta.

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