Opere con i funghi e olio carburante così rivivranno anche i nostri rifiuti

Eni racconta all'Orto Botanico il futuro e la «Circular economy»

Opere  con i funghi e olio carburante così rivivranno anche  i nostri rifiuti

Un'installazione creata con i funghi per rilanciare il concetto di economia circolare. L'opera «The circular garden» presentata ieri da Eni all'Orto Botanico di Brera è costruita proprio con il micelio, ovvero le radici dei funghi: «Per creare strutture fatte di micelio spiegano da Eni - si inizia identificando un substrato organico - segatura, canapa o fieno - come sostanza nutritiva. Il substrato inoculato dal fungo viene quindi posizionato all'interno di uno stampo. A questo punto il micelio si espande e va a riempire tutto lo spazio a disposizione, diventando duro e resistente. Sottoposti ad alte temperature, i funghi vengono quindi disidratati, lasciando una struttura elastica che può essere utilizzata per costituire la forma desiderata». Non si tratta di un procedimento estremamente rapido come spiegano i suoi creatori: «Per riempire uno stampo di un metro cubo di micelio occorre circa un mese e mezzo: 3 settimane di crescita e asciugatura, 3 settimane di disidratazione». Proprio per la sua complessità, i progettisti di Carlo Ratti Associati ed Eni si sono affidati ai maggiori esperti europei nel campo della micologia e delle sue applicazioni.

È dunque seguendo il filone dell'economia circolare che Eni partecipa al Fuorisalone 2019: lo scopo è sottolineare l'importanza di cicli economici amici dell'ambiente su cui l'azienda negli ultimi anni si è lanciata con decisione. Un esempio è la produzione di biocombustibili dalla raccolta di olio esausto che ha fatto di Eni «il principale utilizzatore di oli esausti raccolti in Italia», spiegano dalla società. O il servizio CappottoMio di Eni gas e luce, rivolto principalmente ai condomini che punta all'efficientamento energetico attraverso le ultime tecnologie disponibili. O, ancora, la bioraffineria di Venezia, a Porto Marghera che «rappresenta il primo esempio al mondo di conversione di una raffineria di petrolio in una bioraffineria in grado di produrre biocarburante di alta qualità, l'Enidiesel+, che contiene il 15% di composito vegetale».

Una ricerca costante di miglioramento in cui Milano si conferma una volta di più crogiuolo di innovazione: Eni, tramite la sua società Versalis, ha avviato una collaborazione scientifica con il Politecnico di Milano «con l'obiettivo di realizzare il concept design di un frigorifero monomaterico realizzato prevalentemente con polimeri polistirenici, sostituendo l'acciaio con un opportuno polistirene antiurto, e l'agente coibente in poliuretano con un polistirene espandibile (Eps) ad alte performance di isolamento termico spiegano da Eni - Infatti ad oggi il frigorifero è costituito da materiali eterogenei e non facilmente separabili che ne rendono problematica la riciclabilità». E così «questa installazione circolare che nasce dalla natura e tornerà all'Orto botanico è una cornice importante per raccontare le nostre esperienze di circolarità» spiega Monica Spada, responsabile progetti a lungo termine Eni.

«Abbiamo iniziato a vedere in tutto quello che era uno scarto o un rifiuto un nuovo inizio e abbiamo iniziato a vederci un valore: per questo produciamo bio carburanti da oli di frittura domestici a Venezia e a breve anche a Gela racconta la manager - noi lavoriamo il 50 per cento dell'olio che viene raccolto in Italia, con un potenziale del quadruplo, ma c'è un problema nella raccolta per cui cerchiamo di supportare le filiere e alleandoci con chiunque, anche i nostri dipendenti che a Roma hanno tutti una tanichetta per la raccolta, inoltre - conclude Spada siamo anche l'unica compagnia ad avere lo sharing con il prpgetto Enjoy».

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