Ora anche Kustermann attacca: «Ambrosoli dica chi lo finanzia»

Ora anche Kustermann attacca: «Ambrosoli dica chi lo finanzia»

Si accende solo nell'ultimo giorno utile, ma almeno si accende la (cosiddetta) sfida per le primarie regionali del centrosinistra (domani il voto). E si accende per merito di Alessandra Kustermann, una dei tre candidati, che mette decisamente nel mirino Umberto Ambrosoli, considerato il favorito e sostenuto dal Pd. Quello che si può considerare il primo vero attacco politico di questa gara che mette in palio la candidatura al Pirellone è partito sul tema del finanziamento alla sua campagna: «Mi piacerebbe sapere chi sta spendendo i soldi per Ambrosoli» ha detto la ginecologa a «Klauscondicio», il salotto tv di Klaus Davi. Una dichiarazione di guerra in piena regola, sul terreno dei soldi e dei finanziamenti, anche se accompagnata dal riconoscimento che l'avversario (peraltro noto per il suo impegno a favore della legalità) è una «persona perbene».
Kustermann, almeno a giudicare dagli schieramenti in campo, parte in posizione di svantaggio. Ha con poco da perdere (se non un possibile assessorato alla Sanità?). E ha deciso di incalzare l'avvocato: la «candidata civica» dice che Ambrosoli non ha dimostrato di «saper governare». E poi lo incalza anche sul suo reddito, perché - dice - «la trasparenza e l'onestà deve partire anche nel comunicare agli altri quanto si guadagna». Poi ha spiegato: «Quanto guadagna Ambrosoli? Non ne ho la minima idea. Non gliel'ho mai sentito dire, magari l'ha dichiarato, non lo so». «Io per esempio - ha dichiarato nel corso dell'intervista - non ho problemi a dire che guadagno più di 160mila euro l'anno e che andando a fare il presidente della Regione guadagnerei di meno. Mi considero - ha detto - tra i fortunati che hanno un lavoro, nel mio caso pagato in parte dalla comunità, in parte dall'attività privata che svolgo in ospedale come ginecologo intramoenia». Kustermann ha aggiunto di aver «riferito in maniera esplicita come ho raccolto i fondi» per la campagna elettorale. «È impensabile - ha detto - non aver messo una lira nella propria campagna elettorale». Una piccola-grande scaramuccia che ha il merito di vivacizzare una competizione finora spenta e addomesticata, in gran parte per «merito» dei protagonisti (soprattutto Ambrosoli) che si sono infilati fin dall'inizio in diatribe incomprensibili e bizantinismi. Per il timore di un flop è dovuto intervenire lo stesso sindaco, Giuliano Pisapia, che ha riservatamente chiesto ai suoi di impegnarsi per Ambrosoli, e pubblicamente invitato gli elettori alle urne, salvo poi precisare che il movimento arancione (il colore della sua campagna) «non può essere inglobato in una lista, come qualcuno ritiene».

Uno stop a quanti, fra i suoi (ma non solo, vedi l'assessore Stefano Boeri) vedono in Andrea Di Stefano, o nella stessa Kustermann, i «continuatori» più autentici della sfida alle Comunali del 2010, con buona pace di «Giuliano» e del «centrista» Ambrosoli - come lo definisce la ginecologa.

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