Ora Civati fa paura ad Ambrosoli

Ora Civati fa paura ad Ambrosoli

Nuove primarie, nuove regole, problemi antichi. C'è mister diecimila preferenza Monza e Brianza, grande visibilità e seguito anche a Milano e nel resto della Lombardia, l'ex rottamatore Giuseppe Civati, che scalpita. E sta riconsiderando l'ipotesi di candidarsi alle primarie che saranno indette non si sa ancora quando e come dal costituendo Comitato civico. «Sono dispiaciuto e preoccupato. Prima si fa chiarezza, meglio è. E ci aspettiamo che venga chiarito come si fanno le primarie, che secondo me devono avere la forma classica. Quando arrivano le nuove regole? E poi: queste regole consentono ai candidati di candidarsi oppure no?».
Sul sito www.primarielombardia.it la pagina ricorda i cartelli dei lavori in corso. «A breve verrà pubblicato il Comitato promotore del Patto Civico per la Lombardia e le nuove tappe del percorso di lavoro per il nostro progetto di cambiamento della Regione» si legge sull'home page. Sembra che le nuove regole saranno messe a punto entro domani, che ci saranno quattro giorni di tempo in più per raccogliere le firme e che il numero di firme necessarie scenderà a mille. Domani è attesa anche la presentazione “ufficiale” di Umberto Ambrosoli. E nel Pd sono tutti con gli occhi puntati.
Civati non è l'unico portatore d'acqua ad avere dubbi. Fabio Pizzul, mister preferenze milanese, con le sue diecimila firme nel 2010, si è già candidato ufficialmente alle primarie. E adesso medita sul passo indietro. «Deciderò nelle prossime ore se scendere in campo o scaldarmi a bordo campo. Se ritengo di poter coprire uno spazio scoperto, mi incarico di coprirlo» dice l'ex presidente dell'Azione cattolica, che sul suo blog saluta con soddisfazione la decisione di fare le primarie e di «allargare il cerchio dei promotori alle forze civiche». Senza dubbio per molti esponenti del Pd il futuro è diventato incerto. «Finora nessuno ha capito che idea di Lombardia ha Ambrosoli» mugugna uno. Il candidato, parlando a Rai3, ha insistito nel dipingersi come colui che aiuterà i partiti della coalizione a diventare ciò che devono diventare, pronto a «accompagnare i partiti in un processo di cambiamento delle loro funzioni al servizio della collettività», perché «altrimenti non cambierà mai niente». E ha preso garbatamente le distanze da Albertini: «Ho un'alta considerazione di lui, ma mi preoccupa il fatto che chi lo sponsorizza e sostiene rappresenta la continuità con il passato». Soddisfatta la candidata alle primarie Alessandra Kustermann. «Considero questa decisione di non cancellare la consultazione una mia vittoria. Ho tremilacinquecento firme di persone con i più diversi mestieri, quasi nessuno iscritto ai partiti, molti stufi di come viene gestita la politica, disgustati dalla corruzione e che vogliono la legalità». Più sereno anche il candidato del Psi Roberto Biscardini, che però spiega come «occorre stabilire insieme regole». Tra le varie attestazioni di sostegno, Ambrosoli ha incassato anche quella dei monarchici, che però ammettono di avere il cuore diviso in due tra Ambrosoli ed Albertini.

«Suo padre era dei nostri - ha spiegato ad Affari italiani Federico Pizzi, uno dei riferimenti dei gruppi monarchici milanesi -, con sua madre si sono conosciuti proprio nel circolo monarchico di via Donizetti. Abbiamo un legame anche con Albertini, ma ovviamente il nome di Ambrosoli scalda i nostri cuori. Non a caso il figlio di Giorgio si chiama Umberto, in onore di Umberto II, il re in esilio».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica