Ora Pisapia vuole Modiano e Bragantini ai vertici Sea

Ora Pisapia vuole Modiano e Bragantini ai vertici Sea

Il sindaco, Giuliano Pisapia, ha indicato al presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo i sette nomi che andranno a comporre la lista che il Comune presenterà in occasione della prossima Assemblea di Sea spa il 22 giugno. L'assemblea dovrà poi nominare il nuovo consiglio di amministrazione, all'interno del quale il Comune sarà rappresentato da cinque componenti.
I nomi più noti, fra quelli che il sindaco ha indicato, sono quelli di Pietro Modiano e Salvatore Bragantini. Presidente della Carlo Tassara spa e già direttore generale di Intesa Sanpaolo, Modiano ha una lunga esperienza ai vertici della gestione e dell'amministrazione di società private. Salvatore Bragantini, presidente di Apei Sgr, è già stato commissario Consob dal 1996 al 2001 e amministratore delegato dell'Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna. Altro nome indicato è quello di Susanna Zucchelli, attualmente a capo della direzione tecnica clienti di Hera spa, con diverse esperienze professionali in società aeroportuali italiane. Indicati anche Mario Anastasio Aspesi (già sindaco di Cardano al Campo dal 2002 al 2012 e direttore Italia di Autogrill spa dal 1992 al 2000) e Susanna Stefani, dal 2002 vicepresidente e socio fondatore di Governance Consulting, che ha ricoperto incarichi nei Cda di aziende e istituzioni nazionali e internazionali. E ancora Barbara Poggiali, già amministratore delegato e direttore generale di Dada spa del gruppo Rcs. E infine Edoardo Lecaldano, presidente e amministratore delegato di Alice Ventures, già direttore centrale e responsabile del Servizio Crediti e Finanza Strutturata di Mediobanca dal 1987 al 1999.
Sea si trova alle prese con un caso molto complesso e oneroso da risolvere: la maxi «multa» europea legata ai presunti «aiuti di Stato». Nella compilazione dell'ultimo bilancio, Sea ha deciso di non inserire la restituzione dei 360 milioni di euro in questione. La situazione è molto complessa, e la società e il gruppo sono in attesa di una sospensiva da Bruxelles che dovrebbe dare un respiro di due anni.

Forte di autorevoli pareri legali, e confortata dal recente parere del Tar della Lombardia, la società ha deciso di non considerare a bilancio i presunti aiuti di Stato. Un passaggio importante per la sopravvivenza della società e per tranquillizzare i 2.300 dipendenti.

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