Che Norberto Confalonieri, il primario del «Gaetano Pini» arrestato nel marzo 2017 per corruzione e lesioni, intendesse combattere gagliardamente la sua battaglia giudiziaria lo si era visto già nelle prime occasioni in cui il professore era apparso in tribunale. E la conferma arriva ieri, all'udienza che segna l'inizio del processo. Perché oltre che con il pubblico ministero, Confalonieri scopre di avere a che fare con altri due accusatori: il «Pini» e l'Ordine dei medici. Il suo ospedale e il suo ordine professionale hanno scelto di costituirsi parte civile nei suoi confronti, per chiedergli di risarcire i danni morali e materiali che con i suoi comportamenti avrebbe arrecato loro.
E la reazione del primario è aspra: «Se mi sento tradito? - dice ai taccuini dei cronisti fuori dall'aula - vedete voi, dopo quarant'anni di lavoro!». Confalonieri, d'altronde, sostiene di non avere nulla da rimproverarsi, di non avere mai preso tangenti e di avere fatto sempre e solo gli interessi dei pazienti. Certo, c'è quella frase infelice registrata dalle intercettazioni, quando si vanta di avere rotto un femore a una «vecchietta» per fare pratica: ed è innegabile che per il «Pini» non sia stata una bella reclame. Ma di quella battutaccia ha già fatto mea culpa, «sicuramente ho detto delle frasi improprie sconvenienti, inesatte, questa e' stata la mia unica colpa». D'altronde, spiega, la cartella clinica dimostra che in realtà l'anziana signora venne operata secondo tutti i crismi.
Il processo ieri si apre e viene subito rinviato a martedì prossimo: in quella occasione il tribunale farà sapere se le richieste di Ordine e «Pini» di partecipare al processo saranno
accolte. Poi si entrerà nel vivo, con Confalonieri avvantaggiato dalla sentenza che recentemente ha assolto due sue coimputate, dipendenti della multinazionale B. Braun: non vi fu, scrisse il giudice, alcun accordo corruttivo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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