(...) Nella parte esterna, definita trotterino, è da mesi che è stata approvata dal consiglio di Zona un'area cani per permettere una convivenza più civile tra animali e famiglie con bambini. Anche in questo caso niente. E gli amici a quattro zampe vengono lasciati scorrazzare tra i giochi dei piccoli. E così il racket delle prostitute, che continua a operare indisturbato grazie a una recinzione per il parco che non arriva mai. Poco distante, in via Padova, c'è un negozio sequestrato alla mafia. Secondo le promesse avrebbe dovuto ricominciare a vivere, invece è stato bruciato e nessuno lo ha rimesso a nuovo. Un segnale ripetuto tutti i giorni: si può anche sequestrare, ma in quella zona comandano altri.
Altro simbolo milanese di progetti rimasti sulla carta è l'immobile di via Esterle: secondo i programmi sarebbe dovuto diventare una moschea autorizzata, ma il contestatissimo bando del Comune è finito al Tar dove sembra che i ricorrenti abbiano trovato sponda nei giudici amministrativi. Quindi per ora è tutto fermo, resta solo una struttura fatiscente a ricordare l'ennesima occasione persa. Insomma, tutta la Zona 2 - dalla stazione Centrale in mano agli sbandati al più periferico quartiere Adriano - è la fotografia di una promessa mancata. Quella di riuscire, negli ultimi cinque anni di amministrazione, a fare di via Padova e dintorni un esempio nazionale di integrazione. La fotografia scattata a poche settimane dalle elezioni racconta invece del degrado, dell'insicurezza e della paura. Di una costante guerra fra poveri che vede affrontarsi bande di islamici, sudamericani, cinesi, europei dell'Est. La loro convivenza è tutto fuorché pacifica, in una terra di nessuno dove a comandare è sempre la legge del più forte.
Basta passeggiare intorno alla stazione Centrale per capire cosa voglia dire integrazione fallita. I giardini di piazza Duca D'Aosta e piazza Luigi di Savoia sono invasi di disperati di ogni genere, che bivaccano indisturbati fra le migliaia di viaggiatori che tutti i giorni frequentano lo scalo ferroviario. Proseguendo verso Nord si arriva in piazzale Loreto, con le sue arterie - via Padova, viale Monza e via Andrea Costa - testimoni di un degrado crescente. È così mentre gli islamici continuano a pregare indisturbati nelle due moschee abusive di via Cavalcanti 8 e via Carissimi, in via Crespi 10 le case popolari sono abitate - abusivamente - per il 95 per cento da stranieri. Nessuno paga nulla, a parte i pochi italiani rimasti, così il debito del condominio è salito a 500mila euro. Non lontano si trova via Cavezzali, con il civico 11 ormai noto alle cronache: l'edificio è occupato illegalmente da tempo, nessuno sa con esattezza chi lo abiti. Al punto che si sono moltiplicate le segnalazioni all'antiterrorismo. I cittadini hanno molta paura anche in via Arquà. Questa ormai è considerata una delle aree a maggior tasso di criminalità in città. Dove spaccio, delinquenza e insicurezza si accompagnano all'abbandono e al degrado. Che proseguono anche nell'emblema delle promesse mancate: quel quartiere Adriano sorto come nuovo polo residenziale ma presto lasciato al suo destino. Gli abitanti devono sopportare la presenza dei tralicci dell'alta tensione, che dovrebbero essere interrati insieme con gli elettrodotti ma ancora restano lì. La mancanza costante di servizi. E infine le occupazioni abusive di ecomostri che ancora spettano il recupero promesso.
Michelangelo Bonessa
Daniela Uva
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.