Palazzo Marino si costituisce parte civile e sta con Jessica, uccisa con 85 coltellate

Majorino: «Responsabilizzazione delle istituzioni contro i femminicidi»

Palazzo Marino si costituisce parte civile e sta con Jessica, uccisa con 85 coltellate

Il Comune di Milano è stato ammesso come parte civile nel processo contro Alessandro Garlaschi, il tranviere di 39 anni che il 7 febbraio scorso uccise con 85 coltellate la 19enne Jessica Faoro nel suo appartamento di Via Brioschi, alla periferia Sud di Milano, e tentò di dar fuori al cadavere nel tentativo di nasconderlo in due borsoni. Lo ha deciso il gup Alessandra Cecchelli accogliendo la richiesta presentata dal legale di Palazzo Marino nella scorsa udienza. Con questa mossa, il Comune di Milano, al pari dei familiari della vittima già ammessi come parti civili nella scorsa udienza, potrà dunque presentare una richiesta di risarcimento danni nei confronti dell'imputato. Garlaschi, è stato inoltre deciso, sarà processato con rito abbreviato.

«È la prima volta che il Comune partecipa, come parte civile, a un processo in relazione a una vicenda di femminicidio - ha sottolineato l'assessore alle Politiche Sociali Pierfrancesco Majoriono -. È un modo per testimoniare che ci vuole il massimo impegno contro questa violenza e l'impegno non può mai prescindere dal massimo di responsabilizzazione da parte delle istituzioni. Con questa idea siamo chiamati a prendere parte al processo"

Dalla consulenza di parte è emerso che Garlaschi sarebbe affetto da un'«alterazione della strutturazione della personalità qualificabile come disturbo passivo-aggressivo». Una patologia che al momento del delitto lo avrebbe proiettato in «una condizione di scompenso psichico tale da escludere» la sua «responsabilità soggettiva» nell'omicidio. Il giudice ha respinto la richiesta perché, da quanto si è potuto apprendere, l'audizione del consulente della difesa non appare «rilevante» ai fini della decisione e sarebbe »incompatibile» con il rito abbreviato, formula che per sua natura impone "rapidità" del processo.

Domani la parola passerà prima all'accusa per la requisitoria e le richieste di condanna, poi alle parti civili (oltre al Comune di Milano, si erano già costituiti i familiari della vittima) e infine alla difesa del tranviere. Non è esclusa la presenza di Garlaschi, che finora non si è mai presentato in aula ma alla prossima udienza potrebbe prendere la parola per rendere alcune dichiarazioni spontanee davanti al giudice. Per la sentenza bisognerà aspettare l'udienza successiva ancora da fissare.

Stefano Faoro ha spiegato che a febbraio, in coincidenza con l'anniversario della morte di sua figlia, ha intenzione di andarlo a trovare in carcere con una «crostatina con una candelina" per guardarlo in faccia - cosa che non vede l'ora di fare - anche se per lui è un "essere infame, insignificante".

Stefano Faoro, ha pure detto di avere fiducia nella magistratura, e di essere convinto che Jessica avrà giustizia e che il tranviere «avrà ciò che merita» a meno che «non si tiri fuori la falsità della sua incapacità di intendere e volere».

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