C'era una volta un sindaco con un direttore generale al quale era legato da stima e sintonia profonda. Lui si chiamava Gabriele Albertini e il suo uomo di fiducia Stefano Parisi. Accadeva lo scorso millennio, ma non troppo tempo fa, negli anni dal 1997 al 2000. Adesso i due sono tornati a essere una coppia politica con tutti i crismi dell'ufficialità, a parti in un certo senso inverse. Parisi corre per entrare a Palazzo Marino e l'ex sindaco Albertini sarà il numero uno della lista civica che lo sostiene. Quali deleghe? «Quello che vuole» ha tagliato corto Parisi a Un giorno di pecora, dove una candidatura che era assai probabile è diventata certo.Le affinità elettive sono molte ma ce n'è una che è di particolare interesse per il futuro visibile di Milano. È la passione per i grattacieli, già condivisa quando Parisi era city manager di Albertini. Allora portò ai progetti dell'attuale Porta Nuova, osannata adesso quanto fu contestata allora da coloro che erano contrari a far svettare palazzi in una città che si era mantenuta molto in orizzontale. «Se si vuole lasciare il verde bisogna verticalizzare» dichiara il candidato Parisi, deciso ad andare avanti verso l'alto.
«I grattacieli mi piacciono moltissimo» e «il miglior mezzo di trasporto è l'ascensore» fanno da corollario a quel che è più di un gusto personale, è un programma per la Milano che potrebbe venire. «Il Pgt di Pisapia è terribile» dice Parisi, accendendo gli entusiasmi di architetti, costruttori e amanti della città verticale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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