«Non siamo disposti a svuotare l'istituzione del matrimonio, attribuendo a unioni affettive, anche omosessuali, un riconoscimento giuridico analogo a quello matrimoniale». È la posizione di 173 parlamentari del Pdl (primi firmatari Eugenia Roccella, Raffaele Calabrò, Alfredo Mantovano, Maurizio Gasparri, Maurizio Sacconi e Gaetano Quagliariello), espressa in un documento sulle unioni civili e i matrimoni gay sottoscritto da deputati e senatori anche non iscritti al Popolo della libertà. Il documento definisce quindi il dibattito che si è sviluppato sul riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali «confuso nelle argomentazioni e ideologico nei contenuti».
«Neanche i documenti elaborati in materia dal Pd e dall'Udc, con il relativo seguito di polemiche - si sostiene da parte del Pdl - hanno chiarito a sufficienza i nodi reali della questione, le concrete opzioni in campo, i diversi orientamenti culturali che le ispirano».
Nel documento si ricorda il caso del comune di Milano dove - si dice - una «battaglia culturale e politica si è concretizzata nella istituzione di registri anagrafici per i conviventi. Anche in questo caso, tuttavia, si tratta di iniziative di natura prettamente ideologica, di atti simbolici compiuti per creare consenso ma privi di valore giuridico e non rispondenti ad alcuna esigenza popolare».
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