Mariastella Gelmini ha rimesso il mandato di coordinatrice regionale di Forza Italia in Lombardia. La notizia è arrivata ieri da Roma - dove si è riunito l'ufficio di presidenza del movimento, dopo un incontro fra i vertici parlamentarti del partito e il leader azzurro Silvio Berlusconi - ed è stata confermata dal partito.
La scelta della coordinatrice era stata quella di rimettere il suo mandato nelle mani del presidente Silvio Berlusconi ed era stata presa fin da quando Gelmini è stata eletta capogruppo del partito alla Camera. Il compito della coordinatrice era quello di portare il movimento alle elezioni: su volontà dello stesso presidente ed ex premier, infatti, il passo indietro era stato congelato fino alla celebrazione delle elezioni europee, per consentire la conclusione della campagna elettorale, nella quale anche lo stesso Berlusconi era candidato, anche nella circoscrizione nord-ovest. La Lombardia - dicono gli ambienti parlamentari del partito - vanta tante risorse che potranno legittimamente ambire, adesso, a questo ruolo.
Le vicende del movimento lombardo, ovviamente, si ineriscono in un quadro politico che dopo il voto è in continua evoluzione, anche per Fi, che dalle urne esce non del tutto soddisfatta, sebbene abbia confermato una sua solidità. Rilevanti novità nell'organizzazione interna si annunciano nei prossimi mesi, a livello nazionale. «Forza Italia - ha spiegato la stessa Gelmini - in autunno, celebrerà il suo congresso nazionale, con il quale si apre una nuova e positiva fase destinata a riaffermare la centralità del nostro partito nella vita politica italiana e come pilastro irrinunciabile del centrodestra». «Tutto questo - ha aggiunto - sotto la guida di Silvio Berlusconi al quale va la gratitudine di tutti noi. Con il coinvolgimento di tutte le energie del movimento, a partire dai nostri militanti e dai nostri eletti nelle istituzioni, saremo pronti alle sfide che ci attendono e dimostreremo, con le nostre idee e i nostri valori, di essere essenziali per il centrodestra di cui siamo stati i fondatori. Unità e responsabilità hanno prevalso, così come si addice a una classe dirigente matura e in grado di guardare con spirito visionario al futuro, così come Berlusconi ci ha insegnato».
La decisione dei vertici del partito va incontro alle richieste che dal territorio sono arrivate. E nell'ambito di questo percorso congressuale ormai avviato, il passo indietro di Mariastella Gelmini assume il valore di un passaggio di testimone.
«É una assunzione di responsabilità che accogliamo come un segnale positivo - commenta l'assessore regionale Giulio Gallera, che è capo-delegazione del movimento al Pirellone, e nei giorni scorsi aveva chiesto un cambio di passo al partito - ma il problema ora non è chi sostituisce Gelmini, semmai la costruzione di un percorso di partecipazione dei militanti e degli eletti, che passa da congressi veri che devono servire a rilanciare e rivitalizzare davvero il partito in vista delle sfide che lo attendono».
«Mi pare che le dimissioni non siano la risposta a quello che sta succedendo a livello nazionale - commenta anche - Marco Bestetti - in Lombardia complessivamente reggiamo e le preferenze sono state considerevoli, mentre in Veneto facciamo fatica a raggiungere il 5% e questo accade
anche in altre realtà. Su queste mi piacerebbe che si facesse una riflessione seria. Gelmini si è spesa con grande generosità negli ultimi anni, anche a Milano, con ottimi risultati suoi. Il problema non è territoriale».
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