«Il Pd infanga la nostra storia di garantismo e trasparenza»

Confronto aperto Squeri-Gelmini sul caso Mantovani Gallera media: «Restare uniti e rivendicare il lavoro»

Non ci sono passi indietro dentro Forza Italia. Ma la tensione scoppiata venerdì si stempera in un clima che apre la via al chiarimento. Il confronto interno si è aperto dopo il caso di Mario Mantovani, vicepresidente della Regione sottoposto alla custodia cautelare in carcere nell'ambito di un'indagine che ipotizza i reati di concussione, corruzione e turbativa d'asta. Un confronto anche aspro, sulla linea politica da tenere in materia di politica e giustizia. Ed è sorto sulle parole della coordinatrice regionale, Mariastella Gelmini, che in un'intervista al Corriere della Sera ha definito «eccessiva» la misura del carcere per l'ex senatore, aggiungendo però due auspici: «Vorrei che ora alzassimo le bandiere della trasparenza e della sobrietà» e «vorrei aprire una stagione diversa sul tema della giustizia».

Le parole dell'ex ministro dell'Istruzione sono suonate come un cedimento dalla linea garantista in particolare agli esponenti di Forza Italia più vicini a Mantovani, come il senatore Sante Zuffada e il deputato Luca Squeri, coordinatore provinciale del movimento, che in polemica con Gelmini ha rimesso il suo incarico nelle mani del presidente, Silvio Berlusconi.

Ieri Squeri ha confermato la sua posizione: «Al di là del merito della vicenda, su cui peraltro posso dirmi convinto della innocenza - ha detto - quel che trovo inaccettabile è l'uso della custodia cautelare, a un anno di distanza». «C'è chi si sta battendo strenuamente - ha aggiunto - e mi riferisco a Daniela Santanché, che sta dando prova di coraggio e tenacia, ma anche a Elena Centemero e Lara Comi e altri». Resta invece perplesso, Squeri, sulla linea scelta da Gelmini: «Mantovani merita di essere supportato, non abbandonato. E invece ciò che io ho letto è una presa di distanze. Ho rimesso il mandato nelle mani del presidente, cui ho ribadito stima e fedeltà, e aspetto con serenità che si pronunci, quando potrà, tenendo conto dei suoi molti impegni». Mariastella Gelmini ha confermato le sue parole: «Garantismo e trasparenza non sono in contrasto» ha detto venerdì pomeriggio una volta verificate le reazioni che ha definito «immotivate». E nel movimento c'è chi si incarica di mediare. Per esempio Giulio Gallera ( coordinatore milanese degli azzurri) che ha dichiarato di riconoscersi nelle parole di Gelmini, e volendo con ciò esprimere una posizione di «equilibrio» fra due esigenze, non incompatibili, da un lato «confermare una battaglia garantista forte, che ci fa considerare inconcepibile l'arresto di Mantovani», dall'altro «rivendicare la grande azione di centinaia di nostri amministratori che lavorano con serietà e correttezza, mentre la sinistra vuole gettare ombre su un movimento che ha una storia trasparente. Per questo dobbiamo restare uniti e fare un passo indietro rispetto ad aree e appartenenze, anche se capisco la reazione di chi con Mantovani ha lavorato quotidianamente».

La necessità di una valutazione sulla custodia cautelare, peraltro, è condivisa anche oltre i confini di Forza Italia. Per esempio in Ncd. O dal popolare Mario Mauro, che ieri ha visitato Mantovani a San Vittore: «L'ho trovato molto provato ma lucido. Ho visto che in carcere il personale è molto attento e credo che questo gli sia di conforto». «Siamo stati colleghi per 10 anni in Parlamento europeo - ha aggiunto Mauro - e io sono un abituale frequentatore delle carceri da anni, in particolare ho visitato chi si è trovato in condizioni difficili.

La materia del caso è tutta da conoscere per me - ha aggiunto - ma alcune cose balzano agli occhi ed è una delle ragioni per cui mi sono recato a fargli visita. Fermo restando tutto il diritto-dovere di fare accertamenti di giustizia, mi chiedo se la custodia cautelare si debba considerare indispensabile, considerato che la richiesta è di 13 mesi fa».

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