«Dal Pd un'altra batosta ai locali»

Ascobaires: «Un danno per i bar e ristoranti della zona, già penalizzati dalle serate a Expo»

C'è almeno un lato positivo nella storia (quasi una telenovela) della festa dell'Unità ai Giardini Montanelli. «Sono certo che almeno per l'arrivo del premier Renzi e dei ministro avremo finalmente la polizia sul corso, ormai siamo invasi dagli abusivi e furti e scippi sono all'ordine del giorno». Gabriel Meghnagi, consigliere di Confcommercio e presidente di AscoBaires, ha incassato malvolentieri due sere fa la notizia che da parte della giunta non ci sono stati ripensamenti. Nonostante la protesta ambientalista e la mozione urgente votata in extremis dal Consiglio di Zona 1 per chiedere al Comune di non autorizzare la kermesse, il Pd ha ottenuto l'autorizzazione a svolgere dal 25 agosto al 6 settembre la festa nazionale del partito nel prestigioso - e vincolato - parco del centro. Tredici giorni di salamelle, birre, comizi e almeno tre concerti. Dopo la concorrenza subita dalla «movida EXpo», l'apertura dell'Esposizione fino alle 23.30 o mezzanotte, i commercianti della zona temono un altro colpo ai bilanci. Meghnagi rappresenta quelli di corso Buenos Aires e ammette che «per i negozi non ci sarà un impatto nè positivo nè negativo, mentre per bar e ristoranti sarà un ulteriore danno». Peraltro «il partito racconterà che la maggior parte della gente arriverà in bicicletta o con i mezzi, immaginiamo invece il caos nella zona. Sono state bocciate altre manifestazioni in passato al parco, dedicato soprattutto a mamme e bambini, anche la festa dell'Unità andava spostata altrove».

La Zona 1 ha provato a chiederlo la sera prima del comitato interassessorile che ha concesso 2mila metri quadri dei giardini al Pd. Una mozione della capogruppo dei Verdi Elena Grandi è stata sottoscritta da tutti i gruppi di maggioranza, quindi anche Democratici (con una sola consigliera astenuta) e Sel. Il presidente Dem Fabio Arrigoni assicura di «non aver ricevuto pressioni o veti dal partito, abbiamo votato il documento che definiva inopportuna la collocazione di palco, ristorante e stand ai giardini perchè si tratta di un'area di grande rilievo ambientale e monumentale ed è previsto un grande afflusso di persone. Abbiamo sottolineato il rischio di effetti negativi sul verde e disagi per i residenti». Precisa di non avere «nulla in contrario alle feste di partito nei parchi. Ricordo che Alleanza Nazionale ha usato in passato l'area della palazzina Liberty, in largo marinai d'Italia. Ma qui la situazione è persino più complicata del parco Sempione, che ha la parte ampia di piazza del Cannone non connessa direttamente al parco, più gestibile». Arrigoni avrebbe preferito «i Navigli, Cascina Merlata, o ancora meglio una festa diffusa tra le zone». Ma ha preso atto e rispetta la scelta della giunta. «In futuro, se entrerà in vigore il nuovo regolamento del Decentramento che istituisce i Municipi, le “vecchie zone“ avranno più potere: troveremo delle soluzioni diverse per le manifestazioni». A chi polemizzava il Pd ha citato come precedente il festival di «Wired» che si è tenuto più o meno nello stesso spazio del parco a maggio. «Purtroppo l'abbiamo saputo quasi a cose fatte, ci saremmo espressi contro» assicura Arrigoni. E contrari alla festa dell'Unità era ovviamente il centrodestra.

Per il consigliere di Forza Italia in Zona 1 Filippo Jarach peraltro «la richiesta di una fidejussione di soli 50mila euro per eventuali danni al verde e ai monumenti è un'ulteriore presa in giro, è assolutamente insufficiente. L'ultimo atto di un'amministrazione arrogante che sottrae il parco alle famiglie per concederlo a una festa politica di sinistra».

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