E ora a Monza la scommessa è convincere gli astenuti, oltre il 40 per cento degli elettori due settimane fa. «Ci si deve render conto - lallarme di Andrea Mandelli, il presidente dei farmacisti italiani candidato dal Pdl - che si rischia di eleggere il sindaco anche con pochissimi voti». E allora nel suo quartier generale e in quello del candidato delle sinistre Roberto Scanagatti, si fa freneticamente di conto. «Perché alla fine - spiega il consigliere regionale del Pdl Stefano Carugo, anima della campagna elettorale in Brianza - la differenza tra Scanagatti e Mandelli sono 10mila voti. Che possono essere tanti, ma anche pochi». Perché al primo turno a Scanagatti sono andate 20.642 preferenze personali e il 38,2 per cento, mentre a Mandelli 10.806 preferenze (molte di più delle liste di Pdl e Destra che lo appoggiavano) e un 20 per cento. Considerando, fanno di conto quelli di Mandelli, che a Monza hanno diritto di voto in quasi 95mila, «i margini per recuperare ci sono eccome». Perché sono quasi 65mila i voti in libertà. «Se mandiamo tanta gente a votare - assicura Carugo - ce la possiamo fare». E ricorda il precedente di dieci anni fa, quando il candidato del centrodestra Roberto Radice stravinse il primo turno con il 46,5 per cento, contro il 34,9 di Michele Faglia. Che al secondo turno ribaltò clamorosamente il risultato salendo al 53,4 per cento e regalando Monza pper cinque anni alla sinistra. «Semplicemente perché i nostri non andarono a votare». Da considerare anche il fatto che Scanagatti «il pieno lo ha già fatto», incassando già al primo turno lappoggio di Pd, IdV, Sel, Federazione della sinistra, Moderati ecologisti e Lista Faglia. Mentre i voti di Mandelli sono stati solo quelli di Pdl e Destra di Storace (un 1 per cento). Da catturare, quindi, per il centrodestra ci sono i 6mila voti (11,2 per cento) del sindaco leghista Marco Mariani che insieme al consigliere regionale del Carroccio Massimiliano Romeo ha già pubblicamente dichiarato il suo voto per Mandelli e i 3.894 voti (7,22 per cento) della candidata Anna Martinetti appoggiata dalla lista civica «Una Monza... per tutti» e dallUdc. Con il capogruppo udc in provincia Domenico Pisani che ha promesso il suo appoggio al centrodestra. Contatti, in questi giorni, ci sono stati anche tra i colonnelli del Pdl e il «grillino» Nicola Fuggetta che a disposizione ha un tesoretto di oltre 5mila voti. Poi le altre civiche, tra cui quella del giovane Paolo Piffer, ospite a pranzo qualche giorno fa di Silvio Berlusconi a villa Gernetto. Una delle tante dimostrazioni di quanto lex premier ci tiene a ribaltare il risultato.
«Si sta commettendo un errore di fondo - ha detto ieri Mandelli durante il confronto con Scanagatti ai microfoni di Radio popolare -, si stanno troppo politicizzando queste amministrative dove si vota il sindaco come un buon padre di famiglia». Di fronte ai tagli, Scanagatti ha promesso una «severa spending review.
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