«Io sostengo le primarie all'interno del partito» dice il coordinatore regionale del Pdl, Mario Mantovani. Spiega: «Metterebbero un limite alle ambizioni personali e sarebbero un atto di democrazia di cui il partito ha bisogno». E Roberto Formigoni, senza entusiasmi: «Mi auguro che il Pdl prenda rapidamente posizione sulle primarie». E poiché anche Ignazio La Russa lunedì scorso al Pirellone ha ipotizzato il ricorso alle primarie per scegliere il successore di Roberto Formigoni, il tema è di attualità.
Naturalmente si tratta di capire quando si andrà al voto. Perché se le dimissioni dei consiglieri del Pdl arriveranno venerdì prossimo, come ripeteva ancora ieri Roberto Formigoni dopo un incontro con il segretario nazionale, Angelino Alfano, e il coordinatore, Ignazio La Russa, dal 26 ottobre scatteranno i tempi utili per andare dal voto: tra i 45 e i 90 giorni. Insomma, i tempi per le primarie sarebbero davvero stretti, tanto più che una campagna elettorale breve costringe in qualche modo a scegliere una personalità già nota. Non c'è tempo di costruire una candidatura nuova, ma solo di consolidare posizioni in qualche modo già raggiunte.
Al centro, anche grazie a una notorietà consolidata, continua a farsi largo la candidatura di Gabriele Albertini, che ha già detto di non gradire molto l'ipotesi primarie (almeno di coalizione). L'ex sindaco sembra deciso a correre, e lancia ami a Italia futura e Fermare il declino. Anche dall'Udc, per bocca di Rocco Buttiglione, arriva un invito a «sollecitare Albertini o un'altra personalità rilevante della società civile lombarda a presentare una propria lista».
Nel Pdl non mancano coloro che lo preferirebbero a Roberto Maroni. Albertini ha dalla sua il sostegno deciso di Roberto Formigoni, che anche ieri ha ricordato: «Segnalo la discesa in campo di Gabriele Albertini, che non è certo un quidam de populo ma un europarlamentare Pdl che ha offerto la sua disponibilità a candidarsi».
E sempre dall'ambito di Cl, torna la sponsorizzazione di Mario Mauro: «Se non ci sono Maradona in giro facciamo correre i terzini». Secondo Mauro quel terzino è proprio Albertini, definizione che ricorda un po' quella di amministratore di condominio che Albertini aveva dato di sé da sindaco. Secondo Mauro, «la questione lombarda è un paradigma: nel momento in cui in Lombardia ci sarà la capacità di riaggregare il centrodestra con un'ipotesi più larga del dualismo Pdl-Lega noi avremo una ricetta per il resto del Paese».
Movimenti anche a sinistra, dove i tempi stretti sembrano favorire una candidatura istituzionale come quella del segretario provinciale, Roberto Cornelli, o di un volto noto come il consigliere regionale ex rottamatore Pippo Civati, che ha dalla sua una notorietà da poter spendere immediatamente. Sono poi in pista molti nomi, soprattutto se si dovessero fare le primarie: dalla ginecologa Alessandra Kustermann fino all'esponente di Sel, Giulio Cavalli.
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