Tra nove giorni esatti Pedemontana potrebbe fermare le ruspe e chiudere i cantieri. Una minaccia lanciata già nelle scorse settimane dal governatore Roberto Maroni ma che è stata resa ancora più concreta ieri dal consiglio di amministrazione, che si è riunito sotto la presidenza di Salvatore Lombardo. E ha annunciato quanto sarà inevitabile se il governo, le autorità regionali, nonchè i soci Banca Intesa Sanpaolo e Ubibanca, unitamente a Milano Serravalle, non faranno «tutto quanto è in loro potere per garantire la copertura di 170 milioni di euro, necessari per mantenere il posto di lavoro a tante famiglie e completare le opere». Oltre 3.300 lavoratori sono impegnati sull'opera.
Il cda ha elencato in una nota a fine riunione tutti gli elementi di rischio. Le banche del pool «hanno rifiutato di eseguire un finanziamento project di 400 milioni a favore di Pedemontana, per realizzare la variante Expo». Allo stato, «nonostante le promesse più volte espresse dal governo, il piano di finanziamento di Pedemontana non è ancora stato approvato dal Cipe» e «non è stata ancora assicurata la provvista finanziaria di circa 170 milioni necessaria, insieme all'incremento del contributo pubblico dal 35 all'80% anche sulla tratta B1 per finire entro il 30 aprile la variante».
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