Appare inesauribile la catena di drammi sul Ticino, dove - nel medesimo tratto di fiume, all'altezza del Comune di Turbigo - negli scorsi giorni erano morti due giovani extracomunitari, spingendo la Procura di Milano a aprire una inchiesta contro ignoti per omicidio colposo. Ma l'abitudine di cercare refrigerio nelle insidiose acque del fiume ieri ha avuto un'altra volta gravi conseguenze. Stavolta a venire inghiottito dal Ticino è stato un italiano, un pensionato di settantadue anni, che si trova ora ricoverato in condizioni assai difficili presso l'ospedale di Busto Arsizio, dove i medici stanno faticando duramente per riuscire a salvargli la vita.
L'uomo è affondato mentre nuotava nel fiume davanti alla folla di bagnanti che prendeva il sole sul greto. Si tratta del tratto di fiume dove il divieto di balneazione non viene praticamente mai rispettato, nonostante il comune di Turbigo stia ricollocando i cartelli plurilingue che erano stati rimossi, e nonostante le conseguenze tragiche che l'inosservanza del divieto ha avuto recentemente. L'allarme è stato lanciato immediatamente ma è servito l'intervento dei pompieri sommozzatori per recuperare l'uomo, che era finito in un'ansa del fiume. Il pensionato respirava ancora, dopo un primo tentativo di fargli riprendere conoscenza è stato portato in ospedale.
Dopo la morte di Carole, la ragazzina ivoriana annegata nel pomeriggio del 4 agosto, il sostituto procuratore Maurizio Ascione ha aperto una inchiesta per verificare eventuali responsabilità da parte di chi ha il compito di controllare che venga effettivamente rispettato il divieto di fare il bagno nella zona. Sono trentanove, dall'inizio dell'anno, i lombardi annegati nei fiumi e laghi della regione.
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